Riforma delle pensioni

La discussione in corso sulla riforma delle pensioni è improntata ad un conformismo pressoché assoluto di tutti i soggetti in campo, dai giornalisti ( con l’eccezione di un articolo del Corriere della Sera pubblicato ad ottobre) ai professori universitari, dai politici parlamentari ai tecnici di complemento. Non si ravvisa nemmeno una differenza di metodo tra chi si oppone a qualsiasi ritocco ( Lega Nord) e chi, potendo, abolirebbe la previdenza pubblica. Nessuno usa i dati di bilancio e le relazione dell’INPS per capire cosa si debba fare e cosa non si debba fare. La stragrande maggioranza dei dirigenti sindacali si limita a dire di non ravvisare la necessità di interventi, posizione sbagliata, mentre i parlamentari furbetti si fanno pubblicità pre elettorale spacciando infondate abolizioni dei ricchi vitalizi.

Confesso di avere un’idea elementare della ricerca scientifica ovvero che essa si basi sulla raccolta e analisi di dati concreti. Sarò sicuramente in torto e sicuramente hanno ragione i bocconiani e gli altri professori universitari ma sono affezionato a questa concezione semplice e a questa mi atterrò.

Il bilancio di assestamento 2011 dell’INPS, noto da ottobre, certifica che i grandi buchi di bilancio riguardano i fondi speciali dei dirigenti, dei trasporti, degli elettrici e dei telefonici ( – 7,8 miliardi ) e il settore dei lavoratori autonomi ovvero commercianti, artigiani e coltivatori diretti ( – 10,6 miliardi) mentre i lavoratori dipendenti e i parasubordinati hanno fondi in attivo per 8,7 miliardi e il fondo per le prestazioni temporanee ( cassa integrazione, malattia, etc) è in attivo di 2,1 miliardi

A tutti questi soggetti le pensioni vengono pagate con i contributi versati dai lavoratori dipendenti e dalle imprese in cui lavorano e dai lavoratori parasubordinati. E’ semplicemente una vergogna.

Se poi si prendessero in esame le dinamiche dei bilanci INPS degli ultimi anni si potrebbe anche concludere che il famoso pericolo di un picco di spesa nel 2012 è stato non solo superato dagli interventi già fatti ma che la spesa per pensioni è in costante diminuzione. Partendo da questi dati si desume che una riforma è necessaria e dovrebbe consistere sia nell’applicazione della legge vigente per portare in pari i fondi in passivo, e sia un intervento legislativo per impedire di addossare all’INPS altri fondi già in passivo, p.es. si parla di quello dei medici, e per togliere all’INPS le materie assistenziali che debbono essere a carico della fiscalità generale. Se così si operasse, non ci sarebbe bisogno di alcun intervento sulle età di pensionamento e vi sarebbero risorse per migliorare i trattamenti di disoccupazione e di cassa integrazione. E’ da questi dati che si desume il perché delle posizioni della Lega Nord frutto di un “combinato disposto” di ignoranza e di opportunismo dovuto al fatto che una riforma equa colpirebbe il nocciolo duro dei loro elettori. Altro che “scalone” di Maroni !

Ad essere estremisti, ma molto, si potrebbero chiamare anche i parlamentari di oggi e quelli di ieri a contribuire al rafforzamento del bilancio INPS. L’abolizione del vitalizio attuale si deve accompagnare all’iscrizione dei parlamentari, ma anche di tutti gli altri rappresentanti del popolo e dei cooptati al fondo a gestione separata, quello dei parasubordinati, con il prelievo dal prossimo primo gennaio del 26,72 % per quelli in attività di servizio e del 18% per i già pensionati. Questa norma potrebbe riguardare tutti, anche quelli che non sono più negli organismi rappresentativi.

La vergogna della richiesta di toccare le pensioni da parte delle associazioni padronali non ha limiti dato che tra i firmatari ci sono le organizzazioni dei commercianti, degli artigiani e dei coltivatori diretti che notoriamente hanno tra i loro iscritti numerosi evasori fiscali e chiedono di peggiorare i trattamenti previdenziali di coloro che pagano le loro pensioni.

Tanto per essere cattivi, non si può tacere che anche le organizzazioni politiche di opposizione, non annovero tra loro il PD dato l’accecamento montiano, siano un po’ tiepide, ma ciò si ascrive al capitolo ; no ai tecnici ma no anche agli incompetenti.

Occorre protestare per costringere i mezzi di informazione a fare giornalismo di inchiesta e i politici a dire la verità.