8 commenti

Che cos’è questo sito

Cominciamo col dire che cosa non è.
Questo sito non è un monumento, ai piedi del quale deporre omaggi alla memoria.
Non è un luogo di nostalgia per persone e cose che furono e che adesso non ci sono più. Filippo stesso, non avrebbe apprezzato una cosa del genere.
Questo sito vuole essere un punto di partenza. Nella mente di chi lo ha voluto, Silvana per prima, questo dovrebbe – dovrà – essere una specie di agorà: un luogo nel quale persone incontreranno altre persone. Dove idee, pensieri, valutazioni, giudizi, opinioni, proposte – anche ricordi perché no? – a partire da quello che tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere Filippo Ottone di lui hanno conservato nella memoria e hanno avuto modo di elaborare, andranno a costituire un insieme di esperienze e riflessioni.
Durante la cerimonia di commemorazione, il discutere con Filippo è stato descritto come un’esperienza che non finiva con i saluti alla prossima volta. Le idee di Filippo, le sue convinzioni talvolta espresse in modo duro, aspro ma mai tese a dividere, quanto piuttosto a compattare, andavano oltre il tempo cronologico e materiale di uno scambio di opinioni. Quel giorno, qualcuno disse: “Filippo ti inseguiva”. Non poteva essere descritto meglio, il modo che egli aveva di porsi come interlocutore. Non ti lasciava perdere, non si dimenticava né di te né di quello di cui avevate discusso, due ore o due mesi prima: ti stava addosso, voleva comunicare ma voleva anche sapere, per poi comunicare di nuovo e di nuovo ascoltare e così via.
Filippo ci ha lasciati a fine 2014: ci resta il privilegio di averlo conosciuto, infinitamente maggiore dell’immenso dolore di averlo perso. Questa è l’eredità che Filippo Ottone ci ha lasciato. Il dialogo. La distribuzione della conoscenza. Il mettere insieme le esperienze. La sintesi. Una fiducia forte, quasi accanita, nel futuro. Perché è lì, che tutto deve, per forza di cose, essere proiettato.
Uno dei suoi giudizi più sferzanti – non faceva sconti a nessuno – era riferito alla definizione, che pure lui condivideva, data da Fabrizio Barca di una nuova idea di partito di sinistra: “palestra della politica”. Va bene, ripeteva Filippo, con il suo modo così immediato, diretto di dire le cose: a un certo punto, però, dalla palestra prima o poi bisogna uscire.
L’esortazione a uscire era tipica di come lui intendeva il dare un senso, una finalità, alla teoria – quanti strali abbiamo sentito da parte sua, verso chi la teoria la considerava materia complementare: uscire per salire sul ring, scendere in campo, sistemarsi sui blocchi di partenza. Per metterli finalmente in pratica, gli allenamenti.
Il presente non è che il prologo di quello che riusciremo a fare. Anche con questo sito.
Cesare Stradaioli

8 commenti su “Che cos’è questo sito

  1. E Filippo della conoscenza aveva la conoscenza, appunto: come portarla agli altri, a se stesso, come diffonderla, come ottenerla. Una persona senza arroganza, scevra pero’ anche di quell’umilta’ per se stessa che irrita perche’ sempre venata di ipocrisia. Una persona che amava il bello e, cio’ che sempre spicca nella mia percezione, quando presente, piena di amore ed ammirazione per tutti gli animali.

  2. Io Filippo l’ho conosciuto qui in Australia, ad Adelaide.
    Insieme a Silvana mi hanno letteralmente adottato come figlio e ho passato tanto tempo con loro sia a casa che andando in vacanza.
    Appunto il ricordo di Filippo e’ legato proprio in una di queste mitiche vacanze a Kangaroo Island , isola che non conoscevo neppure e che un giorno d’inverno (tirava un vento boia!) mi ha fatto scoprire.
    Lui e Silvana sulla loro mitica micro-auto che cercavano di guidare sulle strade fangose cercando si raggiungere Seal Bay senza uscire di strada io che li seguivo con la “banda dei ragazzi” (io, mia sorella, il figlio di Silvana con fidanzata e un loro amico). Si appunto eravamo in 6 in macchina sulla mitica Kinswood.
    E poi i racconti delle sue avventure con Silvana e il camper della Britz noleggiato per la “Canning Stock Route” nel deserto del Western Australia, quelle delle sue avventure in Africa da ragazzo e poi la passione delle foto.
    Lui che mi ha insegnato ad amare questa terra in cui vivo’ gli aborigeni, l’avventura gli spazi,
    il primo viaggio nell’Outback lo abbiamo fatto proprio perché’ ero affascinato dai suoi racconti.
    Lui che al “Gran Gala’ al “Convention Centre” di Adelaide in cui erano presenti i vari Consoli e Vice Consoli Italiani si presenta col vestito grigio di quando sio era sposato e ci mostra con orgoglio il retro dei pantaloni “scoppiati” perche’ anche seppur magro da allora aveva messo su qualche kiletto … “… tanto il dietro non si vede se mi metto la giacca” …
    E poi le grandi mangiate a casa loro a Glenelg con gli “Amici della Cultura Italiana”, che se le scorda?
    Insomma e’ cosi’ che ricorderò sempre Filippo, disteso sulla sabbia rossa dell’Outback a fotografare in “macro” i fiorellini a bordo strada!

    • Grazie Luca per aver ridato vita a tanti bellissimi ricordi. Essi sono come dei lampi di luce nei momenti bui.Anche tu sei stato una presenza preziosa per noi in Australia perché è stato grazie a te che abbiamo potuto organizzare il sito Internet degli Amici della cultura italiana.
      Silvana

  3. Noi non abbiamo avuto la fortuna di frequentare molto Filippo; le poche volte che l’abbiamo incontrato era in occasione di inviti avuti insieme a Silvana, della quale io, Susanna, ero collega e cara amica.
    A parte tutte le volte in cui io, Susanna, ero stata invitata a pranzo da Silvana, e Filippo pranzava con noi per poi uscire in fretta per tornare al lavoro, ricordiamo un capodanno a casa di Giovanna, una sera a cena in una enoteca a Piazza dell’Orologio, la cena per il pensionamento di Silvana, a San Lorenzo e, relativamente recentemente, a pranzo a casa di Filippo e Silvana.
    Non c’è bisogno di dire come mangiammo bene, per chi sia stato ospite di quella bravissima cuoca che è Silvana; e come fu piacevole sentirsi perfettamente a proprio agio conversando con Filippo: aveva quella dote, comune a pochi, di farti sentire come se ci si conoscesse da sempre.
    In effetti la descrizione di Filippo fatta dagli altri suoi amici concorda pienamente con l’impressione di simpatia e umana vicinanza da noi ricevuta.
    Ricordiamo anche, con piacere, le belle foto di animali – rammentiamo delle stupende immagini di una balena, di pappagalli e canguri, delle macro di piante e farfalle – che ci aveva inviato conoscendo il nostro amore e rispetto per gli animali.
    E, al proposito, ringraziamo Silvana per la sua ottima cucina vegetariana.
    E la ringraziamo per averci invitato in questo sito.

  4. Cara Silvana, Maria ed io Vi abbiamo conosciuti nel lontano 2002, ad Adelaide, grazie ad Anna e Cesare.
    Poi, una Pasqua trascorsa insieme a Torino, quasi cinque anni dopo.
    Siamo grati della fortuna di averVi incontrati.
    Custodiremo il ricordo prezioso di un Amico, un Compagno tanto capace di gustare le cose semplici quanto attento, sagace, profetico nello sguardo rivolto alle grandi questioni.
    Indimenticabile una battuta di Filippo (alla quale, oggi, la memoria torna non senza un pizzico di mestizia):
    “We are born to die…but not today.”
    Ciao!

  5. Anch’io ho conosciuto Filippo In Australia. O meglio, ho conosciuto Filippo e Silvana, perchè per me non ci sarà mai Silvana senza Filippo o Filippo senza Silvana. Anch’io , come Luca, sono stata “adottata” dal momento in cui ,sconosciuta collega piene di valigie , sono atterrata ad Adelaide e Filippo e SIlvana erano là ad aspettarmi a casa loro.Mi hanno ospitato,anche quando gli originali pochi giorni iniziali sono diventati più di un mese; mi hanno invitato a tt le loro cene e i loro pranzi; mi hanno fatto conoscere i loro amici, che sono diventati i miei ( ciao luca, baci); mi hanno scorazzato in giro per i dintorni di Adelaide a vedere splendidi paesaggi e parchi naturalistici.E’ stato Filippo a portarmi al primo wildlife centre ad abbracciare il koala x la classica foto ricordo, a mostrarmi i primi canguri allo stato libero e a parlarmi di tt le specie di papagallini che cantavano nei parchi cittadini!
    Credo che nessuno abbia spiazzato Filippo in campo gastronomico quanto me: mangiavo solo verdure il più dei pranzi e delle cene , cosa di cui non è mai riuscito a capacitarsi, e non sapevo cucinare un ragù o un arrosto alla bella età di 34 anni ! Infatti, quando un paio d’anni dopo , mi son iniziata a quelle nobili arti , è a lui che ho mentalmente dedicato il primo che ho prodotto.
    I ricordi si affollano e sono tantissimi ,a partire dalla prima serata dopo il mio arrivo, quando mi hanno portata a vedere la proiezione che Silvana aveva organizzato di “Il pianista sull’oceano”, facendomi commuovere fino alle lacrime, all’ultimo saluto sul volo dicembrino di rientro in Italia, quando un upgrade molto gradito li aveva portati a godere i piccoli piaceri della business class . Anzi, grazie Luca, che hai rportato alla mia mente la cena con tutti i consoli e sotto consoli e Filippo impassibile e a proprio agio , che discuteva tranquillo di tutto con tutti , con i pantaloni proprio come li hai descritti tu!

    Filippo e Silvana sono stati HOME TO ME IN ADELAIDE, perchè erano/sono maestri in un’arte che si sta perdendo, quella dell’OSPITALITA’. Mentre ogni anno che passa, sembra che diventiamo sempre un pò più sospettosi, meno solidali e più chiusi , la mia mente va a loro due, che aprivano, anzi sbalancavano, le loro porte a chiunque , con spontaneità e naturalezza, certi che non ne sarebbe seguito un disturbo, ma un arricchimento e un amico/a in più.
    con tanto affetto e gratitudine Alessandra

  6. Filippo, quando il sindacato mi mandava in missione a rappresentarlo in qualche iniziativa pubblica, aspettava che passassi con la mia 24 ore davanti alla porta del suo ufficio. Se ne stava lì, appoggiato allo stipite, e ogni volta mi ripeteva sardonico: “A Rapò, ricòrdate che la CGIL è de sinistra.” Gli ho voluto un gran bene, nonostante fosse juventino e leader (un fior di leader, intelligente, umano, attento alle ragioni altrui) dell’opposizione interna.

  7. Sull’ “Indice dei libri del mese” di ottobre Ugo Mattei, filosofo del diritto noto soprattutto per la riflessione sui “beni comuni”, traccia un sintetico quanto, a mio avviso, convincente bilancio della (quasi) doppia presidenza di Giorgio Napolitano.
    Il titolo è già illuminante: “Il padre nobile della post democrazia”…Di “democrazia autoritaria” parlano, da anni, alcuni fra i nostri più lucidi -e, pertanto, comprensibilmente inquieti- giuristi (Carlassare, Rodotà, Zagrebelsky, per ricordarne solo alcuni).
    Dando mostra di una sorprendente capacità di sintonizzarsi con lo spirito-del-tempo, l’ex dirigente comunista e, teoricamente, garante supremo della Carta fondamentale ha di fatto legittimato e promosso le conversioni in atto verso lo svuotamento della dialettica politica, la subordinazione della politica stessa alle “oggettive” leggi del mercato ed agli imperativi dei centri finanziari, la sempre pericolosa deriva verso lo strapotere dell’esecutivo.
    Mattei esprime riserve, opportune quanto aperte, riguardo alla decisione di insignire Mario Monti del titolo di senatore a vita alla vigilia dell’incarico di Presidente del Consiglio: una “blindatura” volta a conferire prestigio ad un governo responsabile di un pacchetto di misure dai pesantissimi costi sociali, essenzialmente mirate a salvare gli stessi responsabili della crisi e giustificate dal sempre utilissimo “ricatto della congiuntura”. Il che (effetto secondario, forse -certo non trascurabile) ha consentito a Silvio Berlusconi un’onorevolissima uscita di scena: non deposto dalla volontà popolare; obbediente nel superiore interesse del Paese; sollevato da provvedimenti impopolari (ed antipopolari) lasciati al governo “tecnico”.
    Alberto Asor Rosa, negli anni del “berlusconismo”, ha ripetuto che almeno, durante il fascismo, c’erano gli antifascisti. La Democrazia Cristiana si poteva, volendolo, non votarla. Con gli ultimi governi di centro-destra, qualche voce dall’opposizione (?) si levava. Ora (per tornare a Zagrebelsky) “sono tutti dalla stessa parte”.
    Il grandissimo Karl Valentin concluderebbe che “una volta il futuro era migliore”…

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>