riforma della scuola

L’intenzione dichiarata del Presidente Hollande circa l’assunzione di 60.000 insegnanti e le notizie circa il disegno di legge del ministro Profumo stanno nuovamente rilanciando una discussione nei talk show sulla riforma della scuola. L’avvio del dibattito non è molto confortante in quanto oscilla tra l’ennesima definizione sulle finalità generali della scuola a rincorse sul numero di assunzioni da fare. Il linguaggio usato è nel puro stile seconda repubblica ovvero incomprensibile per i cittadini dato che i politici o parlano tra di loro o si rivolgono in gergo a piccoli gruppi.

Si è riaccesa la finta discussione su una supposta divergenza tra chi vorrebbe una scuola che promuova tutti, culturalmente parlando (non la minchiata gelminica del sei politico attribuita alla sinistra), e chi vorrebbe premiare prevalentemente il merito. Il dibattito è contemporaneamente molto teorico e molto circoscritto. P. es. il ministro Profumo, in sintonia mantrica con il governo di cui è parte, discetta di promozione del merito e di meritocrazia facendo finta che solo il 15% delle assunzioni nel mondo del lavoro avvengono tramite procedure trasparenti, che nell’università e nella ricerca pubblica è prevalente il metodo della cooptazione ovvero come si possono convincere i giovani sulla bontà del merito quando si vive in una società in cui ciò che conta non è la conoscenza ma le conoscenze dei parenti.