Peter Stradaioli

Ho conosciuto il caro Filippo quando mi recai per la prima volta ad Adelaide, nell’estate del 2001: incontrandolo, ebbi anche modo di conoscere Silvana, poi li ritrovai in svariate altre occasioni.

Il ricordo che ho di Filippo è quello di uno spirito libero, costruttivo. Quello di una persona di intelligenza acuta e di grande capacità di dialogo: di un vero sindacalista, nell’accezione più nobile del termine, oggi un po’ sbiadito. E poi, l’uomo: generoso, spiritoso, di grande sensibilità.

L’episodio che vorrei condividere  però nasce da una “conversazione digitale”.

Di tanto in tanto, mi capita di spedire a mio fratello Cesare, quando sono particolarmente indignato – e ultimamente lo sono spesso – documenti di vario tipo provenienti dal sindacato FIBA/CISL per il quale sono delegato locale dei quadri direttivi.

Nell’autunno dello scorso anno, Filippo stava già poco bene, inviai a Cesare la lettera che Annamaria Furlan, segretario confederale della CISL, aveva inoltrato a tutti gli iscritti, aggiungendo sarcasticamente che mi sarebbe piaciuto sapere cosa ne avrebbe pensato Filippo.

Mio fratello mi esortò a mandargliela, come avevo già fatto in passato con altri documenti: vedrai che ti risponde, mi disse, magari non subito e poi bisogna vedere come si sente in questi giorni, ma ti risponde.

E Filippo, poco prima di lasciarci, mi ha risposto:  “Cambia sindacato”.

Mio fratello mi ha suggerito di conservare quella email: potrebbe essere l’ultimo scritto politico di Filippo Ottone, è stato il suo serissimo commento.

La terrò sempre con me.

Peter Stradaioli