Roberto renzetti

A BIANCA E FILIPPO    22/12/2014

Zia Bianca, come affettuosamente la chiamavo, la dolce e cara zia Bianca, non c’è più!
Ho iniziato con lei nei primissimi anni Sessanta a fare politica nella sezione del PCI di Subiaco. Veniva ogni giorno di festa per condurre le assemblee insieme al suo compagno Gastone Ingrascì, scomparso ormai da tempo, ed il piccolo Marco Pellegrini, suo figlio.
Un pezzo importante del mio mondo passato se ne va con zia Bianca con quella donna meravigliosa con una gioventù eccellente: organizzava gli scioperi operai contro la fabbrica del padre a Pisa.
Insomma ho tanti ricordi con lei, come quando andammo per qualche giorno a Prati di Tivo sul Gran Sasso, come quando ci vedevamo a Roma, a casa sua, all’epoca a Monte Sacro. Gastone ci chiamava dicendo: “Siete invitati a cena. Portate pollo ed un contorno a piacere”. Poi da dietro sentivo Bianca che riprendeva Gastone dicendogli: ”Ma non ti vergogni? Non sai che sono due ragazzi?”. Era tutto uno scherzo ma era simpatico.
Non è finita però perché questa settimana ho perso un altro carissimo amico e compagno, Filippo Ottone.
Lo conoscevo da 43 anni, abbiamo vissuto insieme gli anni Settanta condividendo le lotte di quell’epoca essendo ambedue impegnati nella scuola, nel caro ed indimenticato Liceo Sperimentale (Via Panzini, poi Via della Bufalotta). Insieme a molti altri amici e compagni per difendere quella conquista che la signora Moro voleva toglierci perché non rispondente ai fini che lei aveva avuto nel crearla.
Filippo era nella Lega dei Comunisti insieme all’altro nostro compagno, Andrea Turchi. Io ero, come sempre dalla mia uscita dal PCI nel 1968, un cane sciolto. Inutile dire che giocavamo molto sul nome della sua organizzazione che chiamavamo con affetto Sega dei camionisti, con un lungo seguito che ora tralascio. Poi Filippo si impegnò con successo nel sindacato CGIL Scuola da poco fondato. Ebbe incarichi importanti in giuro per l’Italia poi approdò al nazionale dove divenne dirigente di “opposizione”. Ricordo al congresso di Pescara con la sua mozione che si opponeva a quella di Panini. Passò poi a dirigere il settore servizi della CGIL che lasciò, andato in pensione, per passare a dare una mano ai pensionati dello SPI nel CAF CGIL di Casalotti a Roma. Lo ricordo sempre disponibile, anche burbero e brusco ma sempre leale e serio. Non diceva mai nulla a vanvera, amava sempre documentarsi.
Negli ultimi 9 anni la nostra amicizia era divenuta sempre più stretta. Io avevo ed ho un miniappartamento in montagna, a Campo dell’Osso (Subiaco, Roma). Sono legatissimo a quella montagna ed a quei boschi. Invitai Filippo e la sua compagna Silvana un certo giorno. Arrivati sul posto si innamorarono subito anche loro e, nello stesso giorno, comprarono un appartamento che era in vendita vicino al mio. Abbiamo quindi da allora passato insieme molto tempo in indimenticabili momenti di discussione, approfondimento ma anche conviviali tra noi e nel ristorante del nostro carissimo amico Giampiero (un’altra colonna di amicizia, generosità e lealtà). Filippo faceva foto a tutto ciò che la natura offre, soprattutto alle oltre novanta specie di orchidee che vi sono in quei prati e boschi, io cercavo funghi.

Insomma mi fermo perché ricordare Bianca e Filippo è ricordare tutta la mia vita che, con loro, è stata intensa. Non ne ho la forza e mi fermo qui dicendo solo a chi ha conosciuto le due eccellenti persone qui citate, che il mio dolore è stato molto grande. Pezzi di mia vita se ne vanno nell’attesa che tutto finisca anche nel mio oblio definitivo.