NO PASARAN!

Non devono. Non glielo possiamo consentire: prima di tutto, non lo dobbiamo consentire a noi stessi. Non giocheremo sul loro territorio, non suoneremo i loro strumenti, non useremo i loro vezzi dialettici. Non ci abbasseremo al loro livello.
Dobbiamo impedire a noi stessi, a quelli come noi di anche solo pensare di escludere dalle cure garantite dal nostro sistema sanitario e dalla nostra civiltà giuridica chiunque rifiuti di vaccinarsi e di dotarsi di mezzi di etero e autoprotezione come mascherine e certificati di vaccinazione. Passeranno e prevarranno se riusciranno a convincere un qualsivoglia governo, un qualsivoglia parlamento e un qualsivoglia consorzio sociale a esercitare una specie di punizione, di esenzione dalla giustizia sociale che, per principio e per concetti che comporta, è di destra, reazionaria, portatrice e garante di disuguaglianza.
Guai a noi se dovessimo cedere su un simile presidio: oltrepassato quello, vi sarebbe solo il diluvio, lo spalancarsi di infinite praterie ai sensi più retrivi, bestiali e predatori dell’animo umano, dei quali dobbiamo essere necessariamente consapevoli – diversamente, a che pro una legge, se fossimo tutti spiriti invincibilmente virtuosi? Assisteremmo allo sfaldarsi di quel poco di coesione sociale – così poca ce n’è, nel nostro Paese, che meriterebbe maggior tutela – che ancora rimane. Allo stesso modo in cui non possiamo permettere di escludere dalla scuola i figli minorenni di genitori che non li vogliono sottoporre ai vaccini infantili – pena il creare una non trascurabile porzione di nostri connazionali non solo senza protezione contro malattie invalidanti e a volte mortali, ma anche contro l’ignoranza, l’analfabetismo di ritorno, la regressione culturale e umana, così noi dobbiamo mantenere per tutti, anche per coloro che rifiutano sia la cura ma soprattutto il senso di socialità (del quale, peraltro, non pochi fra loro si fanno scudo), l’assistenza sanitaria statale, uno dei simboli più importanti della nostra società: misureremo così la differenza che corre fra chi custodisce dentro di sé la legge morale dell’uguaglianza e coloro i quali numerano i cittadini solo come individui e non come gruppo sociale.

Cesare Stradaioli