LE RAGIONI DI UN ‘NO’ – IV° a cura di Cesare Stradaioli

Ragioni sparse.

  1. La riforma costituzionale è stata votata da un Parlamento eletto con un sistema dichiarato incostituzionale: anche solo per ragioni di correttezza istituzionale, non poteva mettere mano alla Costituzione, ma solo all’ordinaria amministrazione.
  2. Il programma del PD menzionava la Costituzione come ‘la più bella e avanzata del mondo’.
  3. Le riforme sono state imposte dal governo e non proposte dal Parlamento.
  4. I risparmi del nuovo senato si aggirano intorno ai 40 milioni all’anno: bastava decurtare del 10% gli stipendi degli attuali parlamentari, senza toccare la Costituzione e si sarebbe arrivati a risultati anche migliori.
  5. I 2/3 dei deputati verranno eletti col meccanismo dei capilista bloccati, i senatori verranno scelti dai Consigli regionali e dal Capo dello Stato: i rimanenti, finalmente, dagli elettori, con tanti saluti alla RAPPRESENTANZA PARLAMENTARE, che la Corte Costituzionale ha posto in forte evidenza, proprio sanzionando il cosiddetto ‘Porcellum‘.
  6. La ‘Riforma’ regala l’immunità parlamentare a 21 sindaci e 74 consiglieri regionali (95 senatori su 100!), cioè al ceto partitico più corrotto e indagato nel nostro Paese, SENZA CHE NEMMENO DEBBANO PASSARE PER L’ELEZIONE DIRETTA ALLO SCOPO. Senza contare che, tanto per fare un esempio, nel consiglio regionale del Veneto avremo alcuni consiglieri immuni e altri non e lo stesso valga per alcune amministrazioni comunali: un mostro giuridico.
  7. L’articolo 57 della riforma prevede che i senatori siano eletti con metodo proporzionale dai consigli regionali. NON E’ COSì. Se fosse così, i consigli non SCEGLIEREBBERO i rappresentanti, evidentemente al termine di contrattazioni da suk mediorientale, ma dovrebbero limitarsi a RATIFICARE le indicazioni dei cittadini che, però, nel sistema elettorale amministrativo, NON SONO PREVISTE.
  8. Il Trentino-Alto Adige (1.056.000 abitanti) avrà DUE sindaci-senatori; La Lombardia (oltre 10 milioni), ne avrà UNO…
  9. Come si è visto, la riforma non abolisce il bicameralismo, anzi introduce meccanismi sgangherati, illogici, eterogenei, scoordinati: per queste e per altre ragioni, si prevedono milioni di ricorsi al TAR per qualsiasi cosa.
  10. Oggi abbiamo due procedimenti legislativi (ordinario e costituzionale): con la riforma, diventano 7 (secondo Azzariti, fautore del NO) e addirittura 10 secondo altri.
  11. I sindaci e i consiglieri regionali promossi senatori part time, svolgeranno funzione di revisione costituzionale, per la quale NESSUNO LI HA ELETTI.
  12. Il Presidente della Repubblica potrebbe essere eletto con i 3/5 DEI PARTECIPANTI, non dei votanti: così, dal sesto scrutinio in poi, il “Rappresentante dell’Unità Nazionale”, art. 87 della Costituzione, potrebbe essere eletto con 220 elettori su 366, con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento.
  13. Per le leggi di iniziativa popolare bastavano 50mila firme: in futuro ne serviranno 150mila.
  14. Il referendum costituzionale obbliga gli elettori a un Sì e un NO a scatola chiusa, su materia del tutto eterogenee fra loro: il nuovo sistema parlamentare, i nuovi rapporti Stato-regioni, l’abolizione del CNEL (!!)… Il tutto con la benedizione di un partito, il PD, che fra le altre cose, accusava i governi Berlusconi di avere inventato i famosi ‘decreti omnia’, decreti legge che andavano convertiti entro brevissimi termini, infilandoci dentro, oltre alla legge da approvare, una serie di altre normative, anche più importanti.