Le ceneri vive

Pur amando perdutamente il genere biografico, autobiografico, in senso sia documentaristico che letterario, se ancora è percorribile questa distinzione, con tutti i loro derivati, ivi compresi anniversari, coccodrilli e quant’altro, già…, confesso che di fronte a certe figure totalizzanti, clamorosamente ingombranti, identitariamente irriducibili a ogni tentativo di canonizzazione come, e forse più di qualsiasi altra figura del Novecento, Pier Paolo Pasolini è stato, provo un grande disagio nel consolarmi, nell’immergermi nella memorialistica mediatica dilagante, in questo caso per il quarantennale della sua morte violenta.

Sì, perché Pasolini è ancora una ferita viva nella coscienza e nella cultura di questo incompiuto Paese. Un Paese che come forse da nessun altro intellettuale è stato così disperatamente amato, odiato, radiografato, così lucidamente vivisezionato nelle sue radici, nelle sue tragiche mediocrità, nella sua accecante bellezza. Pasolini è un’incombenza che non ha mai permesso a chi ha a cuore la dignità di una comunità, di una società, di rifugiarsi senza troppa angoscia nell’autoreferenzialità delle buone letture, delle meccaniche trincee oppositive. O meglio, se proprio non ha potuto fermare questo rifugiarsi in cotali gusci ovattati, la sua presenza-incombenza straripante ed acuta non ha però almeno permesso che alcuna autoassolutoria forma di accomodamento rimuovesse il disagio che le sue parole, le sue poesie, le sue definitive arringhe corsare tenevano spietatamente vivo al cospetto di un mondo che negli anni addirittura peggiorava, inesorabilmente. Al netto dei suoi anacronismi già allora, del fatto che va bene, le sue analisi socio-antropologiche già Adorno e la Scuola di Francoforte le avevano teorizzate ben prima, di quella un po’ estetizzante nostalgia per una società contadina irrimediabilmente perduta, al netto, in definitiva, della sua esibita incuria di non mostrarsi per forza più nuovo dei nuovi, è la voce, il suono lucido, metallico delle sue parole che ancora ci inchioda a un passato che non passa, mai. Il suo capolavoro, come ormai col tempo risulta sempre più evidente, non si trova in una singola poesia, romanzo, saggio, film, no; il capolavoro è la sua presenza e persistenza, il suo corpo nervoso e poi violato criminalmente, il suo volto dagli zigomi antichissimi eppure da un incombere modernissimo.

Un uomo che ha capito non filosoficamente, ma esistenzialmente, comunicandolo come mai nessuno prima (e neanche dopo…), che questa falsa modernità mediatica era solo una forma di potere ancor più dispotico per assoggettare ed omologare masse, classi, generazioni a un pensiero unico fintamente liberale. Ma al contempo un uomo che, consapevole come nessuno di ciò, si trasformava in figura mediatica di una modernità clamorosa, mai vista prima almeno da noi. A rivedere le interviste televisive, o i suoi stessi reportage in Italia, in Yemen, in Uganda, si rimane ancora oggi travolti da questa cifra contraddittoria e però a ben vedere sensatissima, ossia da questa attitudine furiosa contro una falsa modernità appiattente e questa magistrale abilità nell’utilizzare i media al soldo di questa stessa truffa, a suo dire, progressista.

Ecco, questo disagio, questa angoscia di non essere mai minimamente all’altezza di una tale, vitale incombenza, mi porta a vivere con una certa vergogna il piacere di ripercorrere in questi giorni di anniversario la sua bruciante testimonianza. Però lui riderebbe di queste masturbazioni cerebrali, o meglio, le demolirebbe con quella micidiale capacità di smascherare qualsiasi esercizio o figura retorica intellettualmente posta ed esistenzialmente ipocrita. Tanto vale allora ricordarlo P.P.P., fottendosene di qualsivoglia preoccupazione di non esserne minimamente all’altezza, del ricordo intendo. Sforzo vano ma mai inutile, per sé stessi almeno.

Per chi sente di dover-voler esserci, allora, buoni film, concerti, reading, dibattiti… Ben consci che Pier Paolo Pasolini ci interrogherà per sempre, definitivamente, come sempre.

Massimo Bran, direttore di Venews