IMPEGNI CHE NON SARANNO RISPETTATI

Non faranno niente. Quasi niente. Il possibile governo di intese che più larghe (ma, sotto certi aspetti, più ristrette) non potrebbero essere – per usare una definizione tanto cara all’ex Presidente della Repubblica che mi urta anche solo farne il nome e perciò evito di farlo – se mai entrerà nel pieno dei poteri e se avrà la possibilità di lavorare appena un po’ più a lungo di un governicchio balneare di una volta, non riuscirà a mettere nel concreto i più significativi e attrattivi punti dei rispettivi programmi elettorali.
Non ci saranno rimpatri, se non in misura limitata, che alla fine risulterà del tutto insufficiente, agli occhi di coloro che hanno votato Lega e – qualcuno – il M5S. La cosa, mettendo da parte per un momento l’aspetto più squisitamente umano, è improponibile: non si può fare. Per due fondamentali ragioni.
La prima: gran parte dei cittadini migranti che si trovano nel nostro Paese è sprovvista di passaporto, o perché sono entrati senza averne alcuno oppure (casistica molto più frequente) è stato loro requisito dai criminali che trafficano in esseri umani, come pegno per il lavoro – e conseguente remunerazione – che dovranno svolgere a qualunque prezzo umano per ripagare i suddetti gentiluomini, pena non infrequenti ritorsioni nei confronti delle famiglie rimaste nel luogo di origine. Per non parlare del fatto che, per diversi anni, molti di costoro si dichiaravano di nazionalità palestinese, per ottenere un visto umanitario – e come biasimarli: si fa di tutto, quando si è disperati. Sicché, elementare Watson, mancando una patria di riferimento, appare difficile il rimpatrio. (Alle volte bisogna metterla sul sintetico e mezzo scherzoso, altrimenti qualcuno non capisce.)
La seconda ragione poggia sulla considerazione, quasi altrettanto elementare, per la quale quand’anche fosse possibile sapere con certezza da dove viene quel certo numero di cittadini migranti che si vorrebbe rimandare a casa propria – supponiamo il Ciad oppure la Nigeria – qualcuno dovrebbe essere così cortese da illustrare, con dovizia di particolari e non per slogan: 1) per quale ragione le autorità libiche (quali?) dovrebbero a loro volta accoglierli, posto che dalla Libia provengono ma naturalmente neppure le suddette autorità (insisto: quali?) hanno la certezza di quello che segue e cioè: 2) detta brutalmente, chi garantisce che le autorità ciadiane o nigeriane li riprendano indietro o non si inventino che tale monsieur o mister non sia effettivamente un loro connazionale censito, e magari non ci risulta per cui vedete (voi autorità libiche) di riprendervelo indietro.

Non ci saranno ‘respingimenti’. Cosa intende, il leader della Lega, con questa parola? Che forze armate italiane impediranno a un barcone di disgraziati di attraccare a un molo? E che significa? Tenerlo a mollo nel golfo di Mazara del Vallo, lasciare esseri umani a morire di fame e di sete sotto le telecamere di decine di emittenti pubbliche e private?
Intende forse che le suddette forze armate navali presidieranno migliaia di chilometri di confini attinenti alle acque territoriali? Con quali e quanti mezzi? Con quali fondi? Con quali uomini (sarò, contrariamente alla mia natura, eccessivamente ottimista, ma non me li vedo ufficiali e marinai italiani ricacciare in acqua chi si avvicina a un’imbarcazione battente la nostra bandiera)? E a quali acque territoriali si riferirebbe questo presidio, dal momento che buona parte di esse, specie verso la Tunisia, sono controverse?

Non entrerà in vigore alcun reddito di cittadinanza, né verrà istituita alcuna flat tax. Esiste una Costituzione, in questo Paese – e dovrebbero saperlo bene i M5S che, a onor del vero, sono stati i suoi più strenui difensori contro gli assalti dell’armata Brancaleone renziana, allo stesso modo in cui dovrebbero saperlo anche i leghisti, che non di rado in passato l’hanno nominata quale alternativa al tricolore per determinate, vitali funzioni di buona convivenza e di igiene personale. Ebbene, questa Costituzione prevede che, ove necessario (e nei due casi di cui sopra, mai così concretamente) si impone una chiara e dettagliata copertura finanziaria per la promulgazione di una legge da parte del signore che sta al Quirinale. Non c’è, non adesso, non nel futuro prossimo, a meno che non venga preliminarmente istituita una imposta patrimoniale, cosa che sembra essere del tutto estranea ai programmi politici dei due schieramenti che dovrebbero allearsi.

Non verrà risolta alcuna emergenza criminale. Non esiste, al momento e da un bel po’ di anni, alcuna emergenza criminale nel nostro Paese. O meglio: non esiste, se parliamo di microcriminalità. Dati alla mano, dalle Procure giungono dati omogenei e in costante linea, che parlano di calo delle rapine, dei furti, e in genere della criminalità legata agli stupefacenti. In realtà, a parte la criminalità legata alla corruzione, esiste eccome un’emergenza ed è quella della criminalità organizzata, che ormai è entrata con tutte e due le scarpe nel sistema economico e politico italiano. Non risulta, però, che lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata – che di essa si nutre e a sua volta nutre – siano questioni sul tappeto degli statisti grillini e leghisti.

Non verrà sfiorata neppure per sbaglio la tragedia dei morti e feriti sul lavoro.

Non si parlerà neanche per sogno di un piano industriale che, in ogni caso, quand’anche iniziasse alla fine della lettura di questo articolo, necessiterebbe di una decina di anni – a essere sfrenatamente ottimisti – per portare i primi frutti consolidati e il ceto politico che ci ritroviamo non vede oltre il prossimo lunedì mattina.

Non verrà affrontato alcun problema concernente la scuola.

Tutto questo, e molto altro, per la semplicissima ragione che non esistono, né presso il M5S, né presso la Lega, intelligenze, competenze, autorevolezze, presupposti culturali e spirito di servizio in quantità e qualità sufficienti per operare in senso positivo e smentire le pessimistiche affermazioni che qui vengono scritte – con una certa dose di assertività che l’autore rivendica.
Danni, sì: ne faranno tanti. Posto che un governo Lega-M5S ci sia. Il che, grazie alla buona sorte che da sempre, per ragioni misteriose e insondabili, accompagna questo sventurato Paese, non dovrebbe vedere la luce.
Ma, dopo, non si dica che non lo si era detto. Come non si dica che non era stato detto che, ove mai un simile obbrobrio avesse corpo e operatività, di ciò la responsabilità politica e storica ricadrà quasi interamente sul Pd renziano: primo, per avere introdotto (imponendola con la fiducia, tanto per aggravare il tutto) una legge sintatticamente schifosa e politicamente idiota; secondo, per avere sdegnosamente e bambinescamente rifiutato di supportare un governo M5S che, con tutti i limiti di cui si è parlato, poteva teoricamente costituire un’opportunità, perfino di recupero di un certo elettorato – sempre a condizione di vedere un po’ più in là del proprio naso.
Teoricamente, certo: con buone possibilità di essere, alla fine, deleterio.
Un governo Lega-M5S non sarà TEORICAMENTE deleterio: lo sarà nel concreto e sarà una sberla per tutto il Paese. Anche per quelli che dovranno pur subire il detto che l’Italia avrà il governo che si merita, ma che in cuor loro sanno di avere il governo che meritano gli altri.

Cesare Stradaioli