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DAGLI AL POPULISTA!

Il nonno di cui porto nome e cognome era contemporaneo, quasi coetaneo, di Jorge Luis Borges: tenderei, però, a escludere che ne abbia mai letto anche solo una riga, impegnato come fu a combattere nella Grande Guerra e a sopravvivere a due disastri epocali post bellici. Malgrado ciò, per quanto in maniera più diretta e in forma meno ricercata sotto il profilo stilistico, giudicando quello o quell’altro politico dalla faccia che aveva, esprimeva senza saperlo il medesimo concetto che dobbiamo al grande scrittore argentino, secondo il quale dopo una certa età, ognuno è responsabile dei tratti del volto che porta in giro. Con la medesima inconsapevolezza, Cesare Stradaioli senior in merito alla capacità criminale si rifaceva (talvolta in maniera più cruda: era uno che non le mandava a dire e se chi conosce il sottoscrittto ritiene che alle volte sia un po’ troppo tranchant, avrebbe dovuto sentire il vecchio) anche a il suo/nostro omonimo Lombroso.

Ora, il fatto che un allevatore romagnolo ne esprimesse gli stessi concetti sia pure in maniera più vulgata, non può e non deve consentire di definire ‘populista’ un mancato premio Nobel e un emerito studioso della fisiognomica, solo perché determinate opinioni presentano tratti comuni, quanto meno nel significato più facilmente comprensibile ed esprimibile. Allo stesso modo, è scorretto (e anche alquanto disonesto) ammantare sotto la comoda coperta di ‘populista’, il voto in Gran Bretagna che porterà all’uscita della stessa dalla UE.

Se una parte maggioritaria dei votanti britannici ha optato per questa soluzione, che sicuramente avrà delle conseguenze al livello politico ed economico, la prima cosa da fare è domandarsi il perché. Le conseguenze di cui sopra sono, per certi versi, meno importanti; se nei prossimi anni l’Europa continuerà a rimanere sottomessa ai diktat di una congrega di persone che, non essendo state elette, non rispondono del proprio operato, fatalmente l’impianto stesso dell’Europa andrà in frantumi, specie dopo che verosimilmente altri Stati seguiranno l’esempio dell’UK. In tal caso, gli inglesi, per quanto guidati da persone più portate all’europeismo piuttosto che all’euroscetticismo, non avranno alcun interesse a tornare sui propri passi; se, per contro, nell’UE dovessimo avere – personalmente nutro forte scetticismo in proposito – un considerevole e non temporaneo incremento del tasso di democrazia e rappresentatività, allora niente e nessuno fra 5 o 10 anni (bazzeccole, nel quadro della Storia) impedirà alla Gran Bretagna di fare domanda di riammissione.

Quello che è intollerabile e non deve, in alcun modo essere tollerato, è che le motivazioni che fanno capo a principi quali sovranità, democrazia, uguaglianza, solidarietà, rappresentatività politica, vengano sviliti e sputtanati. Non deve essere consentito a mascalzoni quali Tony Blair, che dovrebbe essere processato per crimini di guerra invece di avere libertà di parola, definire populismo l’onesto e responsabile pensiero di milioni di cittadini, quali il sottoscritto, che nulla hanno in comune con gente come Nigel Farage o Matteo Salvini o il prossimo demagogo di destra olandese: non con loro, né con i loro ideali politici e sociali.

Non mi interessa perché Salvini blateri di sovranità – o meglio: lo so benissimo, il perché; del resto, si permette anche di definirsi ammiratore di Fabrizio de Andrè, e qui il grande Peppino De Filippo la chiuderebbe con il classico “e ho detto tutto”; non mi interessa perché ne parli Beppe Grillo; non mi importa di sapere cosa spinga Farage a utilizzare concetti politici che per assonanza sembrano i miei, miei e di milioni di altre persone. Ciò che realmente conta è che questi concetti sono di importanza fondamentale e non dobbiamo permettere che una stampa ignorante e puttana li metta tutti nello stesso calderone. Facendo passare in secondo piano – e per forza! Non facendolo, ne dovrebbe conseguire un esame di coscienza da mandare tutti, ma veramente tutti, a casa – la devastante ritirata della Sinistra in tutto il continente.

Se una, dieci, cento ex “Stalingado”, d’Italia o d’Inghilterra o di Francia o di quello che volete, da anni votano a destra, votano Lega, votano incerti rappresentanti M5S, invece di prendercela con i leader che si aggiudicano questi voti, sarebbe necessaria una sana autocritica con tanto di analisi politica che non guardi in faccia a nessuno. Mi rendo conto che parlare di analisi è come parlare di leggere o di praticare le buone maniere, tutte cose che da più parti si cerca di mettere via in armadio, insieme ai vestiti che non si porteranno mai più, ma tant’è, questa è la democrazia e deve andare bene sempre, non solo quando si vince o viene votato chi o cosa ci garba. Ieri, su Repubblica, veniva dato spazio – oscenamente, aggiungo – al deliro di un lettore che, all’esito del referendum britannico, poneva in dubbio la validità del suffragio universale. Ora, se sia più vergognoso dare spazio a simili pensieri o a quello del noto politologo Giorgio Chiellini (che a tempo perso, oltre a essere terzino della Juventus e della nazionale, viene anche richiesto del suo augusto parere in merito al destino dell’UE), è roba da poco: ben più indecente è lasciare che le istanze, le esigenze, i sogni, il destino di decine di milioni di cittadini vengano dati in gestione alle forze più retrive, che si appropriano delle parole d’ordine e delle sigle già patrimonio della Sinistra (non è una novità: basti pensare, tanto per dirne una, al Fronte della Gioventù, che fu pensato da Eugenio Curiel e non dai fascisti), per acchiappare i consensi di intere fasce sociali che dalla Sinistra di sentono e, di fatto, sono state abbandonate.

La Sinistra commette da decenni il gravissimo errore politico di inseguire la pancia della cittadinanza e, nel far questo, opta – o, almeno, ci prova – per politiche dementi e devastanti, quali per esempio l’abbassamento delle tasse, che è da sempre storico e granitico patrimonio della destra, invece di farle pagare a chi le evade. Salvini non segue la massa: quelli come lui creano la paura, lo sconforto, il nemico: non ascoltano le angosce delle persone, le creano, le alimentano e POI vanno a incassare la rendita elettorale, vestendosi di concetti che gli sono culturalmente estranei, come sovranità, democrazia eccetera: ma siccome sono ignoranti ma non stupidi, hanno imparato a maneggiarli. Non occorre essere democratici dentro o avere letto qualcosa sulla rappresentatività politica, basta parlarne a bocca spalancata e a reti unificate ed è fatta.

Tutto questo è accaduto sulla base di un rigido ed indiscutibile principio della fisica, secondo il quale poiché sulla Terra il vuoto in natura non esiste, se viene abbandonato uno spazio, subito detto spazio verrà occupato da qualcosa d’altro: vale per la politica in genere, come per il territorio. Ti ritiri da stazioni, parchi pubblici, aree commerciali dopo la chiusura? Verranno seduta stante occupati dalla criminalità spicciola od organizzata, pronta a gestire disperazione, prostituzione, emarginazione, tossicodipendenza, disgrazie varie. E più ti ritiri dal territorio, più la gente ne avrà paura e si rinchiuderà in casa. E più voterà per quello che grida più forte, che fa la faccia più feroce, che spaccia per soluzioni facili e radicali delle scelte demagogiche e irrealizzabili, quando non apertamente razziste. Proviamo solo a pensare a quante piazze, quante agorà politiche e culturali, quanti campielli con libri e caffè sono stati abbandonati dalla Sinistra degli ultimi decenni.

Bisogna riprendersi le idee. Bisogna ridare loro dignità e perseguirle, senza paura, senza lasciarsi intrappolare da frasi fatte e dal malefico ‘sentichiparlismo’ che da secoli affligge questo povero popolo italiano: cioè a dire, badare al contenuto dei discorsi e non sempre e necessariamente a chi li dice. Il discorso sui tratti del viso e sulla responsabilità di chi li porta, appartiene a Borges, non a mio nonno Cesare, al quale – per quanto caro mi sia stato – non posso attribuire un pensiero che altri hanno elaborato prima e meglio di lui, in modo più compiuto, consapevole e articolato.

Passata la buriana del referendum britannico, dopo una salutare dose di sonno e di calmanti, la Sinistra dovrebbe prima di tutto liberarsi dalle frasi fatte, che spesso nascondono – per calcolo o per semplice bieca ignoranza – le peggiori falsità. Basterà ricordare, a mo’ di chiusa, che quando la Gran Bretagna rifiutò di aderire alla moneta unica, eminenti esperti di economia e finanza preconizzarono per Londra un futuro disastroso. Si è visto com’è andata ed è stupefacente come il clamoroso filotto di previsioni del tutto sbagliate, che da almeno vent’anni prendono economisti e rappresentanti politici alle volte eletti e alle volte non, non riesca a fare presa sull’opinione pubblica, evidentemente imbesuita dalla televisione al punto tale da non rendersi conto dei guai causati da decisioni prese sulla loro fiducia e alle loro spalle, nemmeno quando se li trovano davanti alla porta di casa. Personalmente, ho una precisa opinione su chi sia stato, di tale imbesuimento, quanto meno corresponsabile, se non utile idiota.

Cesare Stradaioli

Un commento su “DAGLI AL POPULISTA!

  1. Già…Un carissimo Amico, classe 1940, autentico nobile erede della Magna Grecia che “siamo”, è solito dire -di personaggi poco raccomandabili e del loro…declino fisico- che alla lunga “la natura li punisce” (in dialetto siciliano, naturalmente).
    Per quanto concerne il voto, concordo. Troppo facile stigmatizzarne l’esito additando la (cosiddetta) “pancia” rurale, retriva, xenofoba e misoneista. Questa volta, dissento da Gramellini (“che nel cor mi sta”).
    Saluti cordialissimi a tutt* Voi!.

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