Che fare? (2)

Un conoscente di origine vietnamita, ma con cittadinanza italiana da oltre 35 anni, mi raccontò che un giorno, all’imbarco di un volo da San Francisco di ritorno in Italia, si trovava in coda dietro un gruppo di ragazzi italiani che stavano facendo il consueto baccano tipico della nostra bella terra, attirandosi occhiatacce da tutti i presenti.

Con il garbo noto a chi lo conosce, si avvicinò a uno di questi dicendogli “Non facciamoci sempre riconoscere, ragazzi…” – tale è il suo sentirsi anche italiano, oltre che profondamente vietnamita.

Costoro tacquero subito – è un Maestro di Viet Vo Dao cintura nera all’ennesima potenza, dunque gode di una certa aura di autorevolezza: una ragazza, a voce bassa (ma non abbastanza da non farsi udire da lui) disse agli altri: “Che figura, ci facciamo riprendere da un cinese...”

E’ notizia di ieri che, a seguito dell’approvazione di una legge di pretto stile nazista, Ai Weiwei – uno dei più famosi e perseguitati artisti cinesi – abbia ordinato, per protesta contro il governo danese, il ritiro delle sue opere da una mostra già aperta a Copenhagen.

Ci siamo fatti riprendere da un cinese, noi europei inerti e infingardi.

Cesare Stradaioli