cesare stradaioli

All’urtimo

 

… come dicono a Roma.

L’unico aspetto positivo, se così si può dire, di una stampa allineata è che al di là dei singoli e diversi titoli, letto un articolo – di quasi qualsiasi testata – li hai letti tutti. Si risparmia tempo. Che gentili, pensano anche alle nostre esigenze nel quotidiano. E mica si può perdere tempo a leggere tutto, no? Provo a spiegarmi.

Oggetto: Grecia. Argomenti: il debito pubblico, quello privato; le esigenze dei creditori; le ragioni del presente governo e di quelli passati; cosa significa un trattato europeo; il valore della moneta unica; il mercato, le esigenze dei mercati, del mondo finanziario; il significato della cosiddetta ‘cessione di sovranità’ e la prevalenza delle esigenze dei mercati, finanziari e non.

Tutto molto bello, come diceva il grande Bruno Pizzul.

E tutto molto omologato, specialmente il finale, dal romano moderno a quello antico: in cauda venenum, cioè a dire, all’ultimo, al di là di dotte e più o meno neutrali discussioni intorno ai suddetti argomenti, prima o poi, alla fine di ogni articolo, di ogni intervista, di ogni inchiesta, arriva il vero argomento, quello che davvero interessa a chi comanda oggi nei due rispettivi lati dell’Atlantico, al di là e al di sopra di Atene e chissenefrega di come va a finire la Grecia, che ha un PIL trascurabile e che insomma dal punto di vista economico è quello che è. E il finale è: occhio che la Grecia chiede aiuto alla Russia di Putin.

Eccolo, il core del problema, come dicono gli analisti economici da tre palle a un soldo che non ne azzeccano una neanche col suggerimento (non trovate curiosa l’assonanza col core romanesco, il cuore del problema?): non è l’uscita dall’euro; non è che ne sarà dei poveri istituti bancari che saranno pagati in dracme; non è la catena che rischia di tirare giù anche gli altri Stati in difficoltà (e, a questo proposito, sia permesso un francesismo: PIIGS saranno le sorelle e le mamme vostre – lo dico ai geni che hanno inventato l’acronimo e a quelli che lo ripetono a voce e in stampa).

Niente di tutto questo. Il vero problema è che se la Grecia esce dall’euro e magari anche dalla UE, necessariamente dovrà ricorrere all’aiuto di qualcun altro e al momento, nello scacchiere mondiale, nessuno meglio della Russia di Putin, per disponibilità e allocazione, può offrire l’aiuto richiesto.

I soldi, Putin ce li ha eccome, anche se la flessione del prezzo del gas e del petrolio, la diminuzione dei consumi e l’embargo hanno inevitabilmente indebolito l’economia russa; una manina, gli oligarchi in casa e fuori la danno sempre. E, soldi a parte, ha un gran bisogno di tornare a contare qualcosa nella geopolitica di questi e dei prossimi decenni. Naturalmente nessuno dà niente per niente e non si vede per quale ragione Putin dovrebbe trasgredire da questa regola aurea dei rapporti umani, dal primo baratto in poi.

Questo preoccupa l’Europa e, prima di essa, il padrone, cioè l’inquilino pro tempore che sta alla Casa Bianca: quando e quanto chiederebbe la Russia in cambio di aiuti sotto forma di denaro ed energia. Il cosa, lo sanno anche i bambini delle materne: uno sbocco strategico che consenta di aprire una finestra e di rivedere il Mediterraneo.

Cesare Stradaioli