Amici e complici

Al netto di quello che, prima o poi andrà chiarito, nel misterioso simil golpe avvenuto in Turchia e le conseguenze che si susseguono una all’altra, giorno dopo giorno, è ovvio che sia preoccupante che in un Paese che avrebbe intenzione di entrare a fare parte della UE, che – non dimentichiamolo – sta ospitando centinaia di migliaia di profughi siriani e che – non dimentichiamo neppure questo – vanta il quinto esercito al mondo, si parli di reintroduzione della pena di morte, che dovrebbe essere addirittura applicata in via retroattiva, se riferita a coloro che dovessero essere ritenuti colpevoli di insurrezione armata; muove a preoccupazione anche il vedere uomini seminudi, prigionieri inginocchiati e incatenati, ammassati dentro palestre che ricordano sinistramente gli stadi cileni dopo il golpe del 1973.

Ma è davvero indecente l’ipocrisia delle cancellerie europee e della stampa (quasi) tutta, cantanti in coro e tenendosi per mano, quando si rivolgono ai cittadini, parlando di barbarie e di metodi inaccettabili.

Scusate, perché forse l’UE non ha da sempre, sia come unione sia come singoli Stati, un partner commerciale servito e riverito, che prevede la pena di morte in 37 dei suoi 50 Stati? Che ha aperto, gestito e mai chiuso, abominii come Abu Ghraib e soprattutto Guantanamo?

Neanche una parolina, per questi amichetti?
Cesare Stradaioli