alessandra rampazzo

Anch’io ho conosciuto Filippo In Australia. O meglio, ho conosciuto Filippo e Silvana, perchè per me non ci sarà mai Silvana senza Filippo o Filippo senza Silvana. Anch’io , come Luca, sono stata “adottata” dal momento in cui ,sconosciuta collega  piene di valigie , sono atterrata ad Adelaide e Filippo e SIlvana erano là ad aspettarmi a casa loro.Mi hanno ospitato,anche quando gli originali pochi giorni iniziali sono diventati più di un mese; mi hanno invitato a tt le loro cene e i loro pranzi; mi hanno fatto conoscere i loro amici, che sono diventati i miei ( ciao luca, baci); mi hanno scorazzato in giro per i dintorni di Adelaide a vedere splendidi paesaggi e parchi naturalistici.E’ stato Filippo a portarmi al primo  wildlife centre ad abbracciare il  koala x la classica foto ricordo, a mostrarmi i primi canguri allo stato libero e  a parlarmi di tt le specie di papagallini che cantavano nei parchi cittadini!
Credo che nessuno abbia spiazzato Filippo in campo gastronomico quanto me: mangiavo solo verdure il più dei pranzi e delle cene , cosa di cui non è mai riuscito a capacitarsi, e non sapevo cucinare un ragù o un arrosto alla bella età di 34 anni ! Infatti, quando un paio d’anni dopo , mi son iniziata a quelle nobili arti , è a lui che ho mentalmente dedicato il primo che ho prodotto.
I ricordi si affollano e sono tantissimi ,a partire dalla prima serata dopo il mio arrivo, quando mi hanno portata a vedere la proiezione che Silvana aveva organizzato di “Il pianista sull’oceano”, facendomi commuovere fino alle lacrime, all’ultimo saluto sul volo dicembrino di rientro in Italia, quando un upgrade molto gradito li aveva portati a godere i piccoli piaceri della business class .  Anzi,  grazie Luca, che hai rportato alla  mia mente la cena con tutti i consoli e sotto consoli e Filippo impassibile  e a proprio agio , che discuteva tranquillo di tutto con tutti , con i pantaloni proprio come li hai descritti tu!

Filippo e Silvana sono stati HOME TO ME IN ADELAIDE,   perchè erano/sono maestri in un’arte che si sta perdendo, quella dell’OSPITALITA’. Mentre ogni anno che passa, sembra che diventiamo sempre un pò più sospettosi, meno solidali  e più chiusi , la mia mente va a loro due, che aprivano, anzi sbalancavano, le loro porte a chiunque , con spontaneità e naturalezza, certi che non ne sarebbe seguito un disturbo, ma un arricchimento e un amico/a in più.
con tanto affetto e gratitudine  Alessandra