AL VOTO, AL VOTO!

L’ho già detto più volte: se fossi francese, voterei Macron. E glisso sul fastidio – cosa del tutto personale e, quindi, di scarso interesse – che provo al solo digitare sulla tastiera una frase del genere.

In due parole, concordo con l’appello di Yanis Varoufakis, col quale sono spesso mi trovo in assonanza di idee.

Però, ho una richiesta. A tutti coloro che non ritengono di considerare meritevoli di attenzioni e riflessioni le perplessità di chi si trova (o si troverebbe) di fronte all’alternativa fra un banchiere neoliberista e una razzista, e cioè come sempre più spesso accade ai cittadini messi di fronte al ‘non c’è alternativa’, alla fine delle scuole di partito e alla messa nell’angolo della politica, vale a dire dover scegliere fra il peggio e il meno peggio (e Macron è ovviamente meno peggio – ma mica poi di tanto – della Le Pen e ci voleva anche poco); insomma, a tutti coloro che votano o voterebbero Macron a cuor leggero e che considerano fuori dal tempo e fuori dal mondo chiunque altro si immagini un futuro migliore, a cominciare dal ceto politico, chiedo: per favore, non solo non chiedeteci di esserne anche contenti ma magari, per una questione di decenza non per altro, non manifestate troppa contentezza, domenica sera, quando Macron diventerà presidente.

Marine Le Pen è un pericolo, anche se a mio giudizio è un po’ un babau gonfiato dai media, ma Macron, per il semplice fatto di esserci come alternativa alla xenofobia, personifica – non per colpa sua, è ovvio: lui è un ometto di cartone messo lì dalla finanza europea – il definitivo scollamento fra quel che rimane della sinistra e una accettabile base elettorale.

C’è poco, pochissimo da gioirne.

Per cui, per cortesia: ridete poco. Se possibile, anche per niente, che sarebbe meglio, perché accettare di buon grado le disgrazie e farsene una ragione è segno di maturità, ma pretendere che le disgrazie debbano anche piacere, ecco, proprio no.

Cesare Stradaioli