PRIMARIE, TRISTI E SOLITARIE

Deve essere detto: nei confronti delle primarie all’italiana, cosa ben diversa da quelle che si tengono negli USA e che, mi risulta, siano state finora praticate solo dal Pd, nutro un determinato pre-giudizio. Con questo intendo un giudizio che precede la loro effettuazione: basato precisamente su un punto di vista aprioristicamente contrario a esse.

Mi rivolgo a un cittadino italiano qualsiasi, per porre le seguenti domande.

Qualcuno che legge queste righe sarà socio Coop: troverebbe logico, rappresentativo, anche vagamente proponibile al di là di una semplice boutade, che il presidente o l’amministratore delegato – coloro incaricati di decidere le strategie aziendali e quindi, in definitiva, la qualità e la convenienza (mi si perdoni lo slogan vagamente pubblicitario) della spesa quotidiana – fossero scelti dal voto conseguente a un afflusso di cittadini qualsiasi, aventi diritto al voto non già in quanto titolari di tessera societaria, bensì per il solo e semplice fatto di presentarsi alla cabina con un regolare documento che attesti l’identità e la cittadinanza italiana?

Qualcuno che legge queste righe avrà un contratto telefonico, dal quale dipende non solo la propria vita di tutti i giorni in quanto persona, ma magari anche l’efficacia della propria attività lavorativa: se all’assemblea annuale avessero accesso al voto, e quindi alla decisione di nominare un amministratore delegato, anche persone che nulla hanno a che vedere con quella compagnia telefonica, magari persone – chi potrebbe escluderlo in questo sbrindellato e disonesto Paese – inviate da una compagnia concorrente, con lo specifico compito di votare l’ingegner Tizio, mascalzone al soldo di questi mandanti, nell’idea di farlo eleggere al fine di guidare alla scarsa convenienza e redditività la compagnia della quale si tiene l’assemblea, non troverebbe questo qualcuno niente da ridire? Lo considererebbe giusto, regolare, rappresentativo e normale?

Mi rendo conto che queste domande possano sembrare provocatorie, ma d’altra parte il modo in cui si tengono le primarie del Pd si svolge esattamente in questo modo, senza neppure prendersi il disturbo di riservare la consultazione agli iscritti: con la sola significativa eccezione del fatto che per esercitare il voto è richiesto un modestissimo contributo. Viviamo, con grande fatica, in un Paese in cui politicamente conta ancora molto un ricchissimo signore che, all’alba della sua discesa in politica, acquistò – per poi toglierle dal mercato delle comunicazioni – tutte le foto che lo ritraevano da un lato del volto in cui, secondo i suoi consiglieri di immagine, non veniva bene e, nel fare questo, spese uno strafulmine di soldi; ora, qualcuno che ha smesso da tempo di credere che Babbo Natale sia Gesù Bambino da vecchio, troverebbe così fuori dal mondo se una cifra simile potesse essere stata spesa per influenzare niente di meno che la poltrona di segretario del Partito Democratico (che, ritengo, conti un po’ più di una serie di brutte foto)?

Le opinioni sono come la faccia – ognuno ha la propria: sta poi al singolo, decidere se mettercela o meno – ma sono anni che aspetto che qualcuno abbia la compiacenza di espormi almeno UN motivo valido che confuti il mio totale disprezzo per l’ennesima americanata, spazzatura di prima scelta, che noi italiani non ci facciamo mancare mai.

Cesare Stradaioli