AIUTARLI A CASA LORO: E, INVECE, DOVE?

E’ perfino ovvio, che sia necessario e indispensabile aiutarli a casa loro. Ed è del tutto fuorviante, oltre che strumentale, liquidare la battuta solo perché l’ha detta Matteo Renzi, con il quale – càpita – si può anche essere d’accordo, rifuggendo dal benaltrismo, storica malattia endemica degli italiani, contro la quale si è ancora ben lontani dall’aver trovato un vaccino.

E’ argomento privo di pregio e intellettualmente offensivo sostenere, a confutazione (che non arriva mai: si minaccia l’argomento a contrario, ma poi lo si lascia cadere; basta la faziosità) che una frase simile l’avesse già detta Salvini. Se Totò Riina dicesse che molestare i bambini è una cosa orrenda, non è che non la si può condividere, solo perché lui i bambini ordinava di farli sciogliere nell’acido. Il fatto è che Renzi si sta apprestando a vivere – e chi lo sa se nè è consapevole – la vicenda, tutta in discesa, di altri che prima di lui hanno urlato, aizzato, offeso, deriso, preteso il comando senza discussioni, emarginato i dissenzienti, mentito, gabbato, preso in giro gli italiani, diviso, per poi finire sulla strada, venissero dal balcone di Piazza Venezia, o dall’hotel Midas o ancora dalla presidenza di una prestigiosa squadra di calcio. Queste, però, al momento sono pinzillacchere, anche se desta amarezza e sconforto il vedere come siano particolarmente gli alleati o quasi ex, a sparare a zero, ben più forte e con molti meno motivi dei veri e storici oppositori della prima ora. Anche questa, come il benaltrismo, è una malattia grave e, al momento, incurabile, di questo sfortunato Paese.

Ma aiutarli a casa loro sì: e dove, altrimenti? E’ necessario, è indispensabile e, però, non è sufficiente.

Anche se dei dati di fatto è bene farne uso responsabile, in quanto tendono a dare dipendenza intellettiva, è bene prenderli ed esaminarli. A grandi linee, e senza pretendere di dare giudizi del tutto esatti e pienamente rispondenti alla realtà, stando ai rapporti dell’ONU e di alcune organizzazioni umanitarie, laiche o confessionali, in Africa la fame miete meno vittime di decenni or sono; è un dato di fatto. Qualche aiuto in più, qualche miglioramento nelle coltivazioni, un clima meno ostile, tutto può concorrere a fare sì che la fame tutt’ora esista e sia comunque una piaga intollerabile per ogni essere umano, e però che la sua incidenza sia percentualmente diminuita.

La prima e logica conseguenza, è che l’aspettativa di vita sale. Unita a una profilassi un po’ più attenta, la qualità della vita consente di resistere più a lungo a certe malattie, che pure sono una presenza altrettanto intollerabile della fame e, ulteriore conseguenza, più persone vivono più a lungo.

Si tratta di un processo autocatalitico: più a lungo vive una generazione, più individui raggiungono un’età scolastica, più studiano, più prendono coscienza e consapevolezza. Ne consegue che minore sarà la sopportazione di guerre per conto terzi, di dittature, di tortura, di fame e privazioni materiali e morali (perché una generazione si uccide anche privandola della scuola): d’altronde, per quale ragione un giovane sudanese dovrebbe tollerare più di suo padre, di essere incarcerato, ucciso, mandato a combattere una guerra non sua, di non avere un futuro?

E siamo al punto: aiutarli a casa loro è necessario per una indiscutibile ragione umana ed è indispensabile perché se è vero che ogni uomo ha diritto di muoversi per il mondo in cerca di un futuro meno miserabile, è altrettanto vero che ha lo stesso, speculare diritto di trovarlo a casa propria, il mondo meno miserabile, anche perché sono rari i migranti che, pur potendo farne a meno, avrebbero comunque lasciato la propria famiglia, la propria cultura e la propria terra di origine, mentre molti, non appena possono, ritornano.

Ma non basta: proprio in ragione del fatto che più una popolazione cresce, di età, di cultura, di consapevolezza, di forza interiore ed esteriore, meno tollera la propria situazione: pertanto, continuerà a emigrare e allora qualcuno potrebbe dire che aiutarli non solo non serve, ma addirittura peggiora la cosiddetta crisi dei migranti, mantenendo un asserito stato di assedio ai confini europei.

Detto, una volta per sempre, che le migrazioni sono parte integrante dell’umanità, che da sempre si sono verificate e sempre si verificheranno e che niente e nessuno le ha mai fermate in passato né potrà farlo in futuro, detto che noi occidentali dobbiamo farcene una ragione e cioè che il colonialismo non sarà colpa nostra che non l’abbiamo neppure vissuto, ma neanche colpa loro, di quei poveri disgraziati che arrivano in barcone con niente altro che un paio di mutande e una maglietta e che, però, tutt’ora l’Occidente deruba i popoli africani delle risorse naturali e arricchisce i dittatori per conto terzi, fornendo loro ogni tipo di arma per reprimere il proprio popolo; detto tutto ciò, aiutarli a casa loro, certo. Cominciamo a mettere in discussione il potere politico ed economico delle multinazionali dell’energia; rivediamo la catena produttiva industriale che mette l’Italia ai primi posti nella vendita di armi e mine antiuomo; accogliamo chi arriva e diamogli un futuro nella propria terra di origine – qualcuno preferirà rimanere in Europa e, d’altra parte, le migrazioni eccetera eccetera.

Per questo sbeffeggiano Renzi – che ha fatto il possibile, nella sua sperabilmente breve carriera politica per dipingersi addosso un bersaglio: perché chi ha un minimo di ingegno sa che l’aiuto sarebbe difficilissimo e allora è meglio fare casino a centrocampo, mettendo in pratica l’ennesima patologia italiota, sviare i discorsi, i progetti, le idee. Buttarla in caciara, insomma.

Cesare Stradaioli