Siamo indignati della politica del governo Berlusconi

Mai nella storia italiana degli ultimi decenni un governo aveva osato colpire così duramente le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, del mondo del lavoro precario e dei disoccupati.

Il governo di centrodestra del cavalier Berlusconi, di Tremonti e del leghista Bossi e del voltagabbana Scilipoti ha tagliato le agevolazioni fiscali sui carichi familiari, sugli asili, sui mutui per l’acquisto della casa, sulle spese per l’istruzione e l’università.

Da subito sono stati introdotti i ticket di 10 euro per le visite mediche specialistiche e le necessarie analisi. I pensionati sono chiamati a sacrifici con i tagli all’adeguamento delle pensioni mentre gradualmente viene innalzata l’età pensionabile delle lavoratrici del settore privato. Confermato ed esteso al settore della sanità il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici. Per non far sentire troppo soli i soliti colpiti sono state introdotto norme di prelievo fiscale per  i “ceti medi” attraverso un’imposta sui depositi di titoli finanziari ( Bot, azioni, obbligazioni, etc.). Ovviamente anche sui carburanti si sono aumentate le accise.

Per il futuro si pensa alla privatizzazione delle aziende municipali, alla faccia dei risultati dei referendum sui beni comuni, e alla vendita dei gioielli di famiglia ovvero alle quote azionarie di Eni, Enel, Finmeccanica e altri che lo Stato possiede e che rendono centinaia di milioni di euro in dividendi. Pur di non far pagare le tasse ai veri ricchi, di non intaccare i trattamenti economici ( doppi rispetto alla media europea) dei politici e di non riformare le istituzioni della politica, dalle quelle nazionali a quelle locali, questi governanti sono disposti a portare il nostro paese alla rovina.

Non ci sono i soldi per stabilizzare i precari e per pensioni dignitose ma ci sono per una significativa e carissima presenza militare all’estero o per continuare sulle follie come il ponte di Messina. Per i prossimi anni il governo pensa ad una riforma fiscale con riduzione da 5 a 3 fasce di imposizione in modo da diminuire ancora la progressività prevista dalla Costituzione.

Tutto ciò viene attuato in nome di una grave crisi economica internazionale e di manovre di speculazione finanziaria prodotte dalla politica ultra liberistica dei governi di centro destra che dominano anche in Europa. Queste politiche fanatiche porteranno necessariamente anche ad una restrizione delle regole democratiche e al dilagare di atteggiamenti “qualunquistici” di rifiuto della politica e di abbandono della partecipazione alle scadenze elettorali anche a causa della legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti.

Per queste ragioni non siamo d’accordo con le scelte contenute nella manovra finanziaria del governo che il parlamento ha approvato in tempi rapidissimi e quasi senza nessuna discussione anche grazie alla disponibilità in questo senso dell’attuale opposizione rappresentata in Parlamento.

Per queste ragioni pensiamo che un’altra politica è realisticamente possibile solo rovesciando l’estremismo rigorista delle destre ed evitando pasticci politici quali un governo di unità nazionale.

Non serve un altro miracolo di collaborazione, serve una svolta significativa per difendere i diritti e gli interessi della maggioranza dei cittadini.

Vogliamo una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze e sulle transazioni finanziarie, vogliamo incentivi per  i settori industriali innovativi, per la buona occupazione ed una migliore qualità dei servizi sociali e dell’ambiente.

Vogliamo che i trattamenti dei politici (nazionali e locali) vengano  ricondotti entro la media europea  che le province vengano abolite lasciando libere le regioni ed i comuni di darsi articolazioni amministrative territoriali più efficaci per l’abbattimento delle barriere burocratiche e il miglioramento dei servizi ai cittadini.

Sappiamo che una svolta di tale portata non verrà regalata a nessuno ma che solo la preparazione concreta , dettagliata e comprensibile di una proposta politica alternativa elaborata delle opposizioni  con un rapporto trasparente e rispettoso con movimenti sociali e associazioni di cittadini.

SEL vuole impegnarsi in questa direzione e chiede il sostegno di tutti i cittadini progressisti nei prossimi mesi per produrre la caduta dell’attuale governo.