Questione (im)morale

Vorrei subito mettere in chiaro un punto: per quanto mi accingo a scrivere, non mi importa nulla se i vertici politici del Movimento 5 Stelle fossero o meno a conoscenza di quando sostiene il sindaco (abbiate pazienza: ‘sindaca’ è un insulto all’estetica linguistica; perché, allora, non cominciamo, dopo ‘ministra’ e cose del genere, giusto per mantenere una bella parità, a contare ‘una’ , ‘dua’, ‘tra’, ‘quattra’, ‘cinqua’ e così via?) di Quarto, in merito ai presunti legami con la criminalità organizzata campana. Specularmente, non intendo mettere in questione l’onestà del primo cittadino della città, ma questo solo relativamente al problema di cui sopra.

Quello che io contesto con tutta forza alla signora Capuozzo è il fatto di avere taciuto sulla casa che divide col marito: casa che sarebbe stata, secondo le indagini e l’ipotesi investigativa a carico di De Robbio, l’altro politico M5S, oggetto del tentativo di estorsione, proprio a carico del sindaco. Va ricordato che il tutto si sarebbe – sempre d’obbligo, il condizionale – concretato durante una riunione del consiglio comunale di Quarto, durante il quale il De Robbio, contrariato per l’opposizione a un qualcosa a cui lui teneva (non importa, in questa sede, cosa) ha sventolato – ripreso dalle telecamere – verso il sindaco una foto della casa coniugale, che sarebbe passata indenne da un’indagine per abusi edilizi.

Il sindaco Capuozzo sapeva della questione relativa all’abuso edilizio? Allora non avrebbe dovuto candidarsi.

L’ha saputo dopo essere stata candidata? Avrebbe dovuto ritirarsi.

L’ha saputo dopo essere stata eletta? Avrebbe dovuto dimettersi o, quanto meno, recarsi un Procura un minuto dopo la fine di quel consiglio comunale.

Non lo sapeva? Lo sa adesso: ne tragga le dovute conseguenze. Anche se è difficile credere che non ne fosse al corrente: diversamente, che senso avrebbe avuto, per De Robbio, se davvero voleva ricattarla, sventolarle in faccia e in pubblico la foto della casa di residenza?

La realtà, diciamocelo, è un’altra: il sindaco Capuozzo, che di per sé SAREBBE una persona onesta, in realtà non lo è: perché figuriamoci se non sapeva della vicenda della casa. Avrebbe dovuto farlo presente alle selezioni del M5S: non l’ha fatto, perché in questo Paese cose del genere non sono ritenute lesive dell’interesse pubblico e delle leggi o, comunque, di lesività talmente bassa da sfiorare il reato impossibile.

Ma soprattutto, non l’ha fatto perché non ha spirito di servizio, senso dell’onore i quali, se presenti nel suo carattere personale e politico, l’avrebbero indotta a comportarsi in maniera più consona.

Cesare Stradaioli