Governabilità o democrazia?

Il governo Renzi pone la fiducia sulla legge cosiddetta di stabilità (una volta era “La Finanziaria”). Si tratta di un provvedimento di importanza facilmente intuibile da chiunque, dal momento che, cito fonte della Ragioneria Generale dello Stato, “La legge di stabilità, insieme alla legge di bilancio, costituisce la manovra di finanza pubblica per il triennio di riferimento e rappresenta lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la Decisione di finanza pubblica. Essa sostituisce la legge finanziaria e rispetto a quest’ultima prevede novità sia in ordine ai tempi di presentazione sia in merito ai contenuti.”

Ora, rispetto a una legge di tale importanza, il governo non affronta il voto del Parlamento. Si tratta di una decisione molto grave, che ormai sistematicamente quando si tratta di porre la fiducia, viene annacquata dai mezzi di comunicazione, che così allineati all’esecutivo non si vedevano neppure negli anni oscuri della DC al governo, diciamo pre-riforma RAI del 1976.

La gravità di una simile decisione è speculare all’importanza della legge per la quale viene chiesta: ritengo che sia chiaro a chiunque che quanto più un provvedimento è importante e così fortemente caratterizzante la politica e l’economia di un Paese, tanto più è necessario, è indispensabile che l’organo deputato alla legislazione – che è il Parlamento, NON il Governo – dispieghi una discussione e un confronto approfonditi e minuziosi.

La decisione sembra presa e, a meno di clamorosi incidenti, la fiducia verrà data e la legge di stabilità passerà così com’è, senza che gli eletti, i NOSTRI eletti, abbiamo potuto discuterla, confrontarsi su di essa, modificarla se necessario: in poche parole, esercitare la democrazia.

QUESTA è governabilità: non vi è dubbio. Quanto al tasso di democraticità, non ci siamo. Del resto, è pericoloso spendere, a ogni piè sospinto, il termine governabilità, perché si rischia prima o poi che qualcuno osservi come anche il regime di Saddam era stabile, prima che forze esterne e preponderanti lo abbattessero; il Fascismo era garanzia di governabilità e senza andare in cerca di leggi razziali, campi di concentramento, Pogrom verso ebrei e omosessuali e di interventi bellici, anche la Spagna di Franco e il Portogallo di Salazar e Caetano erano esempi di governabilità, in quanto forme di governo ad altissimo tasso di stabilità.

La domanda è un’altra ed è molto più terra terra: dove sono, adesso, le firme più famose, i nomi più influenti, i politici più in vista, che quando Berlusconi poneva la fiducia (specie nei cosiddetti Decreti Legge Omnia, così chiamati perché contenevano provvedimenti del tutto eterogenei fra loro, simili alle offerte dei negozi di dischi, che se volevi quel tal disco prestigioso a prezzo stracciato ti dovevi portare a casa anche una ventina di schifezze su vinile che nessuno comprava) lo attaccavano in nome della democrazia, della dignità del Parlamento e della opacità dei provvedimenti legislativi?

Cesare Stradaioli