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E mica so’ il PD, io!

E’ davvero grottesca la situazione che si percepisce, anche dall’esterno, riguardo al Partito Democratico. Passata la sbornia del 41% alle elezioni Europee dello scorso anno – inascoltati, l’avevamo detto a molti elettori e simpatizzanti che si trattava di una percentuale drogata, ‘corretta’ da numerosi voti temporaneamente provenienti da destra – divenuti ormai afoni gli annunci a catena di Renzi (li ascoltavano in pochi, adesso neanche si sentono più), bastonato alle recenti amministrative (Orfini, pover’uomo, è arrivato a dire che, “in fin dei conti, il centrodestra con la Lega ha solo la Liguria, la Lombardia e il Veneto”, cioè solo sedici milioni e mezzo di abitanti, grosso modo un 35% della popolazione e più o meno il 70% del PIL, diamine, cosa volete che sia?), sommerso da episodi di corruzione con arresti nei giorni pari e iscrizioni a notizie di reato in quelli dispari, di funzionari, iscritti, rappresentanti istituzionali e, cosa non meno grave, personaggi a moralità zero che con i suddetti rappresentanti facevano affari, messo a nudo dall’impietosa inchiesta di Fabrizio Barca che ha rivelato luoghi, persone ed episodi da far passare il sonno, qual è la reazione del PD, della dirigenza, a Roma come in provincia?

Poco più che indifferenza. Un fragoroso spazzolìo sul risvolto della giacca, un mezzo sopracciglio alzato. Come se niente fosse. Come se, percentuali elettorali a parte – anche se le ultime amministrative sono state un referendum su Renzi, altroché – la tragedia di Roma, il distacco da Marino, incensurato e neanche indagato, mentre vengono appoggiati begli elementi come De Luca, il marcio disvelato da Barca, quel generale senso di insofferenza che sempre maggiori frange della società civile stanno manifestando verso il PD, non fossero segnali preoccupanti (per usare un eufemismo). Come se il passaggio della nuttata portasse salute e prosperità, o se una bella dormita facesse passare tutto, anche il cancro, povero Jannacci.

Vocine. Frasette di circostanza. Quisquilie e pinzellacchere sulla Grecia (e farsi una bella padellata di cavoli propri, no eh?), sull’Expo e banalità assortite. Ma quello che è peggio è che, oltre a tutto, parlano sempre i soliti tre-quattro: Renzi, la Serracchiani, Orfini (gli tocca anche stare sotto scorta, disgraziato), talvolta Esposito. Dagli altri, da tutti gli altri, anche i cosiddetti oppositori interni, niente.

Saranno le incipienti vacanze. Fosse così, sarebbero da attendersi le repliche estive, i soliti annunci renziani intervallati dalla Signora in Giallo, Law & Order e l’ispettore Derrick. Sia come sia, più che grottesca, è spaventosa questa indifferenza, se non altro perché comincia a far sorgere il dubbio anche in molti sostenitori a oltranza dell’aspirante sindaco d’Italia, che dietro e sotto le frasi di circostanza non ci sia niente, nemmeno un minimo di spessore politico oltre che morale, capace di compattare un gruppo dirigente onesto e sinceramente votato al bene comune, in grado di ridare dignità non tanto e non solo al partito, quanto ai milioni di votanti che si collocano centocinquanta chilometri a sinistra di Maria Elena Boschi e che, però, non se la sentono o non vogliono votare altrove o, peggio, non votare.

E’ questo il modo di considerarli, di motivarli? Di tenere conto dell’afflato politico che ancora vive in questo Paese, nelle persone che quotidianamente fanno politica, semplicemente lavorando, praticando solidarietà, facendo il loro dovere e pagando le tasse?

Da quasi un anno il PD prende sberle (anche dalla Confindustria e dalla UIL, cose da pazzi) e con Renzi sempre più all’estero – dopo che il semestre di presidenza italiana UE ha dato i frutti che era prevedibile desse e cioè niente – l’intero gruppo dirigente quasi se la ride, taglia nastri, inaugura stand per nutrire chissà chi, si compiace di lavori interinali che diventano licenziabili seduta stante, non cava un ragno dal buco né con la legge elettorale né con la riforma della scuola e si comporta in maniera sinistramente simile alla gag di Totò, quando se ne stava a prenderle da quello che lo chiamava Pasquale, ridendosela e chiedendosi dove volesse arrivare il fesso che lo menava, dicendo la mitica frase “E chemme frega amme, mica so’ Pasquale, io!”

Solo che il principe de Curtis faceva ridere, lui.

Cesare Stradaioli

 

 

 

 

2 commenti su “E mica so’ il PD, io!

  1. Beh, un motivo ci sarà se una come me ha deciso di non votare più. Per nessuno. Andare avanti a colpi di ‘fiducia’… Non ho votato neanche per i miei amici che comunque erano in liste affiliate al PD. Non voto con una legge elettorale ottenuta con la fiducia. Perchè non voto le alternative? Semplice: non ci sono e non sanno organizzare una opposizione come dio comanda. Perciò.. ciao. Mi direte le solite stupidaggini sul non votare… Non mi farete cambiare idea. Mi darete della infingarda, può essere che lo sia. Il motivo, unico e solo, è che mi sono rotta di essere presa in giro. Basta.

  2. Infatti: la Serracchiani. Proprio ieri, dalla Gruber, (unica giornalista ammessa al circolo Bildeberg), tra le altre amenità relative alla quisquilia del voto di fiducia, ennesimo, dato per far passare la riforma della buona scuola, la Serracchiani cercava di replicare a Landini, che le rammentava che l’unica soddisfatta della “riforma” in questione fosse Confindustria, invece che i cittadini, gli insegnanti e gli studenti.
    Confindustria, unico vero interlocutore, in merito, del PD.
    La Serracchiani cincischiava giustificazioni su tale consenso di Confindustria.
    Landini le chiedeva se non si preoccupasse, per il PD, della la perdita di consenso dovuta alle politiche effettuate.
    Risposta: noi non ci preoccupiamo dei voti.
    Landini non ci ha pensato, ma io si, che la risposta giusta sarebbe stata: non vi preoccupate dei voti? Voi non vi preoccupate di rappresentare gli elettori, i lavoratori, la sinistra! Ve ne fregate della rappresentanza e, soprattutto, della democrazia; a dispetto del nome, Partito Democratico.
    Ma quale democratico: Renzi ha legiferato per oltre l’85% col voto di fiducia, e dato da persone che voterebbero di tutto pur di rimanere sullo scranno!
    Confindustria ringrazia? Mi viene da chiedermi se lo faccia anche il circolo Bildeberg.
    E, ora che ci penso, chissà perché, mi viene in mente la riunione esclusiva, avuta in luogo esclusivo ed aperto solo a ricchi industriali e finanzieri, con guardiani alla porta, avuta tra tali ricchi e prestigiosi personaggi e Renzi quando ancora non era stato nominato Presidente del Consiglio.

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