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Alla guerra e diciamolo anche in giro

E’ stata spesso fatta della facile ironia su “Porta a Porta”, su chi ci andava, sul significato di questa trasmissione; ben poco c’era e c’è da scherzare, invece, sull’enorme impatto mediatico che ha questo enorme contenitore.

Ora, senza voler per forza sempre fare polemica: ma c’è qualcuno che trova RAGIONEVOLE che un Presidente del Consiglio, vada in televisione, come un berlusconi qualsiasi, a sparare puttanate e proclami da Capitan Fracassa 2.0, ad annunciare l’invio in zona di guerra (con buona pace del ministro Pinotti che NEGA che i militari italiani vadano in guerra – e se gli sparano i cecchini, come si difendono? A parolacce?) di 450 soldati a presidiare i lavori di ripristino di una diga pericolante e pericolosa?

E tutto questo prima ancora di consultarsi con il Consiglio Superiore di Difesa (il cui Presidente sarebbe il signore che sta al Quirinale) e prima ancora di presentare alle Camere un decreto Legge – anche questo, da sottoporre al suddetto signore?

A qualcuno sembra un comportamento politico da persona responsabile e matura andare ad annunciare coram populo (e, di passaggio, anche all’Isis, che ringrazia per l’informazione: sono in corso i preparativi per una calorosa accoglienza) l’esatta dislocazione di militari in zona di guerra?

Per dire: è come se Hollande, quando annunciò le ritorsioni militari francesi, avesse detto “bombarderemo qui, qui e qui”, così i miliziani del posto avrebbero avuto tutto il tempo per darsela. Ovviamente, per quanto Hollande non brilli per acume politico, da parte dell’Eliseo non è stato specificato alcunché, perché l’ultima cosa che mi deve venire in mente di fare, se voglio andare armato in casa altrui, è fargli sapere dove, come e quando.

Altra cosa: questi 450 militari da chi sono tutelati? Perché anche uno che ha fatto il servizio civile come il sottoscritto sa che, specialmente in zona anche montuosa (c’è una diga…), una copertura di elicotteri è il minimo sindacale per un’azione di protezione da attacchi e, se del caso, per apprestare una rapida evacuazione.

Non è dato sapere.

D’altro canto, è nei momenti che contano, quelli gravi (specie se poi ci scappa il morto figlio di mamma italiana), che si vede il profilo dell’esecutivo di un Paese; il nostro, di esecutivo, è una combriccola di dilettanti allo sbaraglio, ragazzini col gelato, ex fascisti, economisti da tre palle a un soldo e opportunisti di ogni risma.

Mancano due cose, dopo l’annuncio di Renzi dal salotto di Vespa: Gassman a cavallo e Monicelli dietro la macchina da presa. Troppo professionisti, entrambi, per stare agli ordini di un ciarlatano nato e cresciuto all’ombra di Mike Bongiorno.

Cesare Stradaioli

2 commenti su “Alla guerra e diciamolo anche in giro

  1. La manica di deficienti e incompetenti che da anni gestisce le ‘cose’ militari ha colpito ancora. La prima cosa che ho pensato è stata ‘pensa, se succede qualcosa, ne nascerà un Marò2, che bello..’. Stavolta mi spiacerà molto di più perchè conosco qualcuno che partirà a breve. E’ una follia, fatta solo per far vedere che anche l’Italia c’è. Ma a fare cosa non si sa. Riguardo la dislocazione, mi pare ovvio che non sarà esattamente quella detta. Spero solo che abbiano pensato anche alla copertura sia dei militari presenti che delle loro famiglie nel malaugurato caso che qualcosa vada male. Ma so che non è così.

  2. Tutto -tristemente- vero.
    Un altro aspetto della raggelante, infida, corriva mediocrità della “poltica” italiana ( e non solo).
    “More solito”, straordinarie le riflessioni di Gustavo Zagrebelsky nel recentissimo “Moscacieca”.
    Un abbraccio e mille auguri!

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