A CHI SPETTA COSA

Lamentela nota: mentre la Sinistra è chiamata ormai da decenni a fare abiura praticamente su qualsiasi tematica, opzione politica, decisione, orientamento relativi alla sua storia nella totalità, la Destra procede indisturbata per la propria strada (e se non è una lunga marcia attraverso le istituzioni questa…), senza dover rendere conto – né essere chiamata da alcuno a farlo – di niente e nessuno, indenne da qualsiasi esame di coscienza, autocritica, taglio netto col passato, specie ora che si trova concretamente a guidare un esecutivo nazionale. Sarebbe giunto il momento di lasciare perdere i piagnistei, per almeno due buone ragioni.
Prima di tutto: quello che fa o ritiene di fare o di non fare la Destra, è questione squisitamente attinente a coloro che vi si riconoscono (del che risponderanno alle proprie coscienze e forse anche alla storia; in punto di antifascismo, non farei troppo conto sull’elettorato). Con ciò si intenda anche ogni aspetto, primario e secondario, con il regime fascista, i suoi presupposti, quello che ha comportato prima, durante e dopo la guerra fino ai giorni nostri. E questo per l’elementare principio politico che vieta categoricamente a un partito, degno di nome, ogni forma di subalternità alle strategie altrui; pretendere che gli altri facciano qualcosa di analogo a ciò che si è fatto, in una specie di partita doppia che metterebbe le cose a posto – e non si capisce quali e in che modo e perché – pone chiunque avanzi tale pretesa per forza di cose in situazione di debolezza, di inferiorità: in altra, già scritta parola, di subalternità.
Il che porta alla seconda ragione: la Sinistra faccia la Sinistra: sarebbe già abbastanza. Oltre a essere anche più semplice, poiché non tanto di difficoltà si tratta, ma di volontà. Detto ciò, le categorie e le specificazioni vanno declinate e messe in atto in funzione del periodo storico e per causa di esso. E’ il caso di dire che forse mai – o pochissime volte in passato – come ora, la passione che deve portare a ricostruire un pensiero e un modo di agire di Sinistra deve essere tanto forte quanto fredda, poiché l’animosità, l’irrazionalità e l’estro del momento per solito fanno il gioco delle forze più retrive e oscurantiste, sia quando sono all’opposizione sia quando si trovano al governo come in questo momento. Per questa ragione qualsiasi riflessione in merito a cosa dovrebbe fare la Destra  che si trova a guidare l’esecutivo – e prima, invece? – relativamente ai trascorsi che le appartengono e dai quali tenta in maniera maldestra fino al ridicolo di fingere di prendere le distanze (bisogna riconoscere in molti suoi rappresentanti una formidabile capacità di rimanere seri nel dire certe cose), è solo tempo perso in sterili e puerili esercizi di stile e di ipotesi.
Allo stesso modo dovremmo diffidare (detta più direttamente: dovrebbero smetterla) di coloro i quali, all’atto dell’insediamento quale Presidente della Camera di un personaggio non esattamente noto per le proprie posizioni progressiste, non trovano altro da esprimere che l’esposizione di uno striscione che se non è – inutilmente – offensivo, finisce per essere addirittura un complimento per il destinatario. O sfrenatamente idiota, nel suo riferimento a Vladimir Putin.
La vera opposizione, costruttiva al proprio interno e identitaria all’esterno, si fa evitando di guardare in casa d’altri per occuparsi invece di coloro che vivono e lavorano nel nostro Paese e provare quotidianamente a contraddire, essere alternativi, a proporre qualcosa di diverso rispetto a qualsiasi idea, iniziativa, disegno di legge, decreto governativo, legge che provenga dai partiti di riferimento dell’attuale esecutivo, avendo come prospettiva chiara e non eludibile non il dopodomani, bensì la prossima scadenza elettorale.
Che, sia consentita un’affermazione solo apparentemente paradossale ma che, viceversa, aspira al realismo più radicale, considerato l’attuale schieramento e posizionamento delle forze, specie a Sinistra o quello che ne resta, sarebbe meglio giungesse a scadenza fisiologica della legislatura. Se non si vuole restare fra quelli che hanno come programma il combattere estenuanti battaglie di retroguardia, fragorosi scontri di piume nell’affilare le armi per la battaglia del prossimo al lunedì mattina.

Cesare Stradaioli