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pino casagrande

E, invece, ti dico che sono arrivato alle tue stesse conclusioni: non voterò più, referendum, eventuali, a a parte.
Innanzitutto perché non c’è nessun partito che mi rappresenti;  poi perché, anche se ci fosse, non credo più nella possibilità che un partito “nazionale” possa riuscire ad essere indipendente da quella sorta di controllo sovranazionale effettuato non solo da Bruxelles ma, forse, anche da altre non ben precisate entità finanziarie mondiali.
Se tale partito potesse nascere, non so cosa potrebbe riuscire, veramente, a fare.
Abbiamo ancora, come Tsipras, quello vero originale greco, la capacità di rivendicare i diritti dei cittadini contro la perdita di sovranità nazionale richiesta dalle lobbies nostrane alla finanza internazionale? Abbiamo delle menti in grado di opporsi al disegno di chi sta svendendo la nostra democrazia, i nostri diritti e la nostra libertà a Paesi stranieri – falsamente dipinti come unione di popoli – per i loro lobbistici interessi finanziari?
Inoltre, per convincermi a prenderlo in considerazione, tale nuovo eventuale partito non dovrebbe contenere nemmeno una delle persone della lista che ho ben stampata in mente dei personaggi che, nelle varie legislature, abbiano votato la fiducia a tante leggi diritticide e antidemocratiche fatte passare a colpi di fiducia da chi aveva il solo interesse di darla, magari mascherata da “responsabilità” (parola magica per far passare qualsiasi porcata), per mantenere la poltrona (sembrerà populismo ma io percepisco questa netta impressione).
Poi mi chiedo cosa potrebbe fare e chi rappresentare, salvo me e pochi altri, tale nuovo, eventuale partito, in un Paese popolato in stragrande maggioranza da persone in realtà di destra, magari a loro insaputa.
Domanda: il problema è che veramente gli elettori non sono rappresentati oppure che, a loro insaputa, pur non volendo, certi partiti li rappresentino pienamente?

Un commento su “pino casagrande

  1. Ho sempre pensato che se si vota vi sono pochissime chances di fare parte di un qualche cambiamento, e che se non si vota di chances non ve n’è alcuna.
    Detto ciò, sono perfettamente d’accordo nel rilevare che oggi la democrazia rappresentativa presenta un deficit spaventoso: mi domando, però, perché votare per eleggere qualcuno no, e per i referendum invece forse o anche sì.
    Dove sta la differenza, tenuto anche conto del fatto che nel nostro sistema un referendum può solo essere abrogativo?

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