DI QUALCOSA BISOGNA PUR ESSERE FIERI

Pare che alcuni signori sostenitori della Lazio abbiano avuto la brillante idea di mettere in qualche sito – o rendere comunque pubblica – una foto di Anna Frank con indosso la maglia della Roma. Ora, è evidente che notizie del genere non andrebbero neanche date, ma ormai il guaio è combinato, dei cittadini italiani che non meritano di essere quello che sono (nascere in un Paese che detiene l’85% delle opere d’arte al mondo non richiede particolare bravura, è solo fortuna) hanno avuto quello che volevano, vale a dire beota visibilità e si può ragionevolmente ipotizzare che, da domani in poi, la loro soddisfazione sarà direttamente proporzionale alla quantità e qualità di improperi che verosimilmente riceveranno. Molti nemici, molto onore, diceva quell’altro mascalzone. Sarebbe il caso di pensare a qualcosa di diverso.

Una quarantina di anni or sono, nel corso di un notiziario dell’allora quasi neonato TG3, quando esisteva ancora una certa libertà di espressione nell’ambiente giornalistico, fu riportato quanto segue. Al culmine di un diverbio avvenuto all’interno di una caserma, un sottufficiale aveva apostrofato il proprio superiore diretto con l’epiteto ‘Pinochet’. Il fatto aveva indignato colui che ancora oggi usurpa il titolo di più grande giornalista italiano di tutti i tempi – Indro Montanelli – al punto tale da portarlo a esternare la propria grandezza sostenendo che, a mo’ di risposta adeguata, l’ufficiale avrebbe dovuto ribattere, offendendo a sua volta il sottoposto chiamandolo ‘Allende’. Tanto per dare la misura dello spessore dell’uomo. A stretto giro – ecco il bello di una notizia data da un giornalista indipendente (oggi sarebbe pura fantascienza) – il sottufficiale commentò, cito a memoria, “che l’essere paragonato al compagno presidente Salvador Allende è un onore che forse non merito.”

Ecco, se io fossi un sostenitore della Roma, con il dovuto rispetto per Anna Frank e per quello che ha rappresentato e tutt’ora rappresenta la sua testimonianza, sarei orgoglioso che un personaggio storico di tale spessore, ovviamente solo in maniera ideale, vestisse i colori della mia squadra del cuore. E’ vero, come dice Woody Allen, non ricordo in quale suo film – forse “Io e Annie” – che alle volte un paio di mattonate sui denti risultano maggiormente efficaci dell’ironia, ma ritengo che quello possa valere in via preventiva.  A fatto accaduto, a porcheria pubblicizzata, la violenza – anche quella verbale – andrebbe evitata il più possibile, al fine di affamare la bestia che di violenza e odio razzista si nutre; la stessa bestia che, come ricordava Brecht, nasce da grembi ancora fertili.

Cesare Stradaioli