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A VOLTE RITORNA (NO)

“… Persa l’aura di ottimismo e di sfrenata fiducia in se stesso; incupito dalla sconfitta; costituzionalmente e per cultura (parola ‘forte’, nel suo caso) incapace di accettare un contraddittorio; forse non si rende conto che l’avere sbertucciato e messo in un angolo non solo gli oppositori esterni, ma anche – e, forse, soprattutto – quelli interni, lungi dall’avergli garantito una solida posizione di comando, ha provocato una rivolta nei suoi confronti che, evidentemente essendo lui immemore del destino degli uomini soli al comando in Italia (osannati finché la barca va, appesi – e non solo metaforicamente – quando il vento gira), lo lascia unico – e non sempre meritatamente – responsabile del disastro provocato; perseguendo finalità di statista (nel concreto, per contro, rivelando solo un superego che trascura persone e situazioni che non lo soddisfino nell’immediato e nel lungo periodo), ha fatto sbiadire anche la propria parte politica, tradendone nella sostanza alcuni principi fondamentali; essendosi nel tempo cucito da sé l’aspetto di un barbogio senza età che assilla gli altri con i propri problemi esistenziali che vanno ben oltre quelli politici, alla lunga ha finito col prendere per sfinimento i cittadini, inclusi molti già suoi elettori, che non sopportano più né lui né le sue lamentazioni e che quasi lo evitano, come si evita attraversando la strada verso l’altro marciapiede un conoscente rompiscatole…”

Scrivevo queste parole grosso modo nel 2009; erano riferite all’allora Presidente del Consiglio, rispetto al quale cominciavano a emergere, al di là di personali e inquietanti problematiche di ordine comportamentale, difficoltà non più superabili non solo nella ordinaria gestione del potere, ma anche rispetto alle sue relazioni con il proprio bacino elettorale e, più nello specifico, con il raggruppamento politico che lui stesso aveva formato a propria immagine e somiglianza e che pareva non sostenerlo più, al punto da dare l’idea che la sua parabola politica avesse intrapreso la curva discendente, come poi è stato di lì a poco.

Credo che possano essere riscritte oggi, parola per parola, con riferimento all’ex – momentaneamente tale, quanto meno – Presidente del Consiglio.

Non credo che faccia ridere.

Cesare Stradaioli

Un commento su “A VOLTE RITORNA (NO)

  1. No, non fa ridere. Ma neanche piangere. Sono talmente basita che non riesco più a provare niente. O meglio, non trovo le parole per descrivere il senso di rabbia e schifo che provo. Un tempo la politica mi appassionava. Ora mi deprime e quindi penso e faccio altro. Non avrei mai pensato di ‘ridurmi’ così. Ma preferisco vivere col fegato e il sistema nervoso più o meno sani.
    E siccome fare gli auguri mi mette allegria… tanti auguri a tutti! Per me è stato un anno duro e moolto stancante, ma pieno di belle cose. Auguro quindi a voi tutto il bello che ho avuto la fortuna di avere io! Bacioni a tutti nessuno escluso.

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